Accademia corretta con i libri di Cibotto, archiviate le accuse di Sgarbi

La conferenza stampa che tenne Vittorio Sgarbi con Giancarlo Marinelli
ROVIGO - Finisce in un nulla di fatto la denuncia che era stata presentata da Vittorio Sgarbi sul “lascito Cibotto”, un "caso" che un anno fa aveva...

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ROVIGO - Finisce in un nulla di fatto la denuncia che era stata presentata da Vittorio Sgarbi sul “lascito Cibotto”, un "caso" che un anno fa aveva infiammato il dibattito politico-culturale cittadino, con le frizioni in seno all'amministrazione Bergamin, che sarebbe poi arrivata al capolinea nel giro di pochi giorni, la divisione della città in fazioni e le accuse lanciate come pietre sulla gestione della donazione della sua collezione di libri all'Accademia dei Concordi, una cui parte era finita al macero. Volumi «che me sta intorno a cataste», scriveva in una delle sue poesie, l'autore di “Razza de mona” e grande cantore del Polesine e della polesanità, con uno sguardo sempre in bilico fra l'ironia e l'amarezza. In un clima rovente, qualcuno è arrivato a dipingere il presidente dell’Accademia dei Concordi Giovanni Boniolo come un novello pompiere del futuro visionario immaginato Ray Bradbury in “Fahrenheit 451”. Le foto dei 67 quintali di libri finiti al macero hanno lacerato più di una coscienza.

L'INCURSIONE
E, dopo un'interrogazione presentata a dicembre all'allora ministro per i Beni culturali Alberto Bonisoli, l'11 gennaio dello scorso anno, Sgarbi era arrivato a Rovigo, gettando benzina sul fuoco e puntando il dito contro Boniolo, ma non risparmiando nemmeno Bergamin, presentandosi poi dai carabinieri per formalizzare una denuncia-querela, all'indirizzo del presidente dell'Accademia. «È stato commesso un delitto contro la città, contro la cultura, contro Cibotto – aveva detto in una conferenza stampa affiancato dall'allora vicepresidente dell'Accademia Valentina Noce, dall’ex deputato Luca Bellotti, dal libraio Franco Caramanti e dallo scrittore Giancarlo Marinelli - Per il Polesine è la più grave sciagura dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti e l’Alluvione del 1951. I libri sono carichi di vita, meglio regalarli per strada o venderli, non gettarli nei rifiuti. Rovigo non può essere riconosciuta come la città che brucia i libri, chi ha commesso questo crimine la deve pagare». Se le vicende politiche hanno poi fatto il loro corso, altrettanto ha fatto denuncia presentata da Sgarbi che aveva portato all'apertura di un fascicolo per il preteso reato di danneggiamento.
BOLLA DI SAPONE

Ma il 20 gennaio, come spiega l'avvocato Marco Petternella, difensore di Boniolo, il giudice per le indagini preliminari Silvia Varotto, ha integralmente accolto la richiesta di archiviazione presentata dal pm Maria Giulia Rizzo. «La richiesta accolta dal giudice – spiega Petternella - era motivata: dall'appropriatezza dell'operato dell'Accademia dei Concordi, dall’essere le operazioni di cernita del materiale librario avvenute in pieno accordo con l’erede, dall’assenza di qualsiasi legittimazione in capo al denunciante, non avendo l’erede e proprietaria mosso alcuna rimostranza all’operato dell’Accademia. Di conseguenza, è stata ritenuta l’insussistenza di qualsiasi ipotesi delittuosa». Ma potrebbe non essere finita qui, perché a maggio, in piena campagna elettorale, dopo un nuovo passaggio di Sgarbi in città, e nuove accuse a Boniolo, l'Accademia, con una nota, sibillina ma non troppo, aveva fatto capire che c'era una controquerela in ballo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino