«Ho perso il lavoro e sono stato sfrattato: io, padovano, vivo in una tenda»

«Ho perso il lavoro e sono stato sfrattato: io, padovano, vivo in una tenda»
PADOVA - Si è trovato all’improvviso senza sostentamento e senza casa dopo che per diverso tempo aveva assistito la madre molto ammalata, che ora non...

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PADOVA - Si è trovato all’improvviso senza sostentamento e senza casa dopo che per diverso tempo aveva assistito la madre molto ammalata, che ora non c’è più. E così ha deciso di allestire un gazebo nello spazio verde di via Colonnello Piccio, nel quartiere Torre, dove custodire le sue cose e dormire. 

R.V. 47 anni racconta la sua odissea bloccandosi spesso perché non riesce a trattenere le lacrime.  «Sono stato sfrattato dall’appartamento privato dove vivevo e sono rimasto senza occupazione perché l’azienda dove lavoravo da anni è fallita. Il lavoro non mi spaventa, ma in queste condizioni mi è anche difficile presentarmi in un’azienda dove si deve arrivare in ordine - esordisce - Ho fatto il falegname per 20 anni, sono esperto, sono consapevole che ho un’età difficile ma sono disposto a fare qualsiasi lavoro».
IL RACCONTO
La triste vicenda che lo vede protagonista ha radici lontane. «Vivevo con i miei genitori ed un fratello. Poi papà è venuto a mancare molto presto. È rimasta solo la mamma che si è ammalata pure lei. In quel periodo l’azienda per la quale lavoravo, guadagnando uno stipendio dignitoso, è fallita. Mi sono così ritrovato disoccupato e, non avendo altre soluzioni, mi sono dedicato ad accudire la mamma. Ma nel frattempo mi davo anche da fare con qualche lavoretto per integrare - spiega - Mai madre è aggravata e in breve tempo è morta. Mi sono ritrovato solo, senza lavoro e impossibilitato a pagare l’affitto. Ho cercato di mettermi d’accordo con il proprietario dell’abitazione che mi ha dato un ultimatum e, allo scadere, mi sono trovato sgomberato nel giro di poche ore».
L’uomo non ha voluto cercare di resistere per evitare guai peggiori. «Ho dovuto lasciare la casa in poche ore, ho messo quanto potevo negli scatoloni - afferma - non ho voluto fare resistenza come a volte capita, che la vicenda si inasprisse di più magari per essere denunciato, non sono quel tipo di persona, mi disturbava anche creare problemi alla famiglia proprietaria, sono sempre stato una persona onesta, vorrei solo un posto dove vivere e poter lavorare». 
LA RICHIESTA DI AIUTO
Il 47enne ha spiegato di essersi rivolto al Comune senza ottenere nulla. «Vivo a Padova da quando sono nato, ho anche fatto richiesta di una alloggio popolare, sono stato dall’assistente sociale mi hanno risposto che avrei anche 18 punti ma non ci sono case nemmeno per le emergenze e che si vedrà in futuro. Intanto mi hanno detto che posso usufruire del dormitorio pubblico - dice interrompendosi con uno scoppio di pianto - io avrei anche trovato un piccolo alloggio a Pontevigodarzere. Ora ho ottenuto 400 euro di reddito di cittadinanza ma per poter entrare devo versare i 3 mesi di caparra. Denaro che ovviamente non ho e poi chiedere denaro è sempre difficile e non dignitoso. Ho chiesto al Comune mi hanno detto che sono disposti a darmeli dopo, presentando il contratto consigliandomi di farmi prestare i soldi per la caparra. Non so davvero più cosa fare. Ora sono arrivati anche i vigili e mi hanno detto che devo sgomberare velocemente il gazebo. Se riuscissi ad avere un tetto riuscirei anche a trovarmi un lavoro ma in queste condizioni che posso fare? Perché non si può intervenire prima che le persone si riducano così?». 
SOLIDARIETÀ

A portare solidarietà è arrivato il consigliere Alain Luciani. “Quest’uomo si era rivolto da tempo ai Servizi Sociali proprio in previsione di quello che stava accadendo - commenta Luciani - Il Sociale però non ha costruito un percorso di reinserimento e così si è ridotto in questo gazebo. I Servizi Sociali dovranno dare una mano, è una persona con grande dignità, quella che non hanno i Servizi sociali che gli hanno detto che non ci sono soluzioni per l’emergenza abitativa. Su questo punto farò un accesso agli atti per capire la situazione. Non si possono abbandonare i nostri residenti in questo stato, non è accettabile. Vorrei anche capire il Comune cosa sta investendo sulle politiche abitative perché nulla risulta mentre, purtroppo queste situazioni si stanno moltiplicando».
Luisa Morbiato Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino