Sfinge testa di morto, il lepidottero del Silenzio degli Innocenti scoperto in un campo

Sfinge testa di morto, il lepidottero del Silenzio degli Innocenti scoperto in un campo
La fauna del delta si arricchisce di un altro singolare "ospite": la "Sfinge testa di morto" o "Atropo", nome scientifico dell'Acherontia...

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La fauna del delta si arricchisce di un altro singolare "ospite": la "Sfinge testa di morto" o "Atropo", nome scientifico dell'Acherontia atropos, la falena resa famosa dal film "Il silenzio degli innocenti", celebre e pluripremiato pellicola in cui Anthony Hopkins interpreta il serial killer Hannibal Lecter. Un lepidottero che può arrivare ai 6 centimetri di lunghezza. La singolare scoperta della larva di questa farfalla notturna (unica al mondo in grado di produrre un suono con la faringe), è stata effettuata da una ragazzina di undici anni, Agnese Sturaro, figlia dell'avvocato Antonio, ex presidente di Croce Verde Adria, in un terreno di proprietà della famiglia a Papozze. Anche se l'insetto è comune un po' in tutta la Penisola, non è facile da vedere nelle nostre zone. Agnese ha trovato due bruchi lunghi come un dito di un adulto nelle foglie di campo coltivato a patate. Ora li ha inseriti in un recipiente in attesa dello loro trasformazione in falene. Ciò che ha reso tanto popolare questa falena è senza dubbio il disegno presente sul dorso che ricorda un teschio e che ha alimentato superstizioni e credenze, associando la Sfinge al soprannaturale e alla morte. Anche il suo nome scientifico è legato a doppio filo alla morte. Il genere Acherontia si riferisce infatti all'Acheronte, uno dei fiumi infernali della mitologia. Atropos, invece è legato al nome di una delle moire greche, Atropo, il cui compito era quello di recidere il filo della vita. Specie paleotropicale, presente nelle regioni afrotropicale e mediterranea, viveva e si riproduce specialmente in Africa, prediligendo luoghi secchi e assolati in cui si trovino piante appartenenti alle Solanaceae, come la patata.


La falena sverna, allo stadio pupale, come crisalide nel terreno. Al momento della schiusa, il bruco ha una colorazione verde chiara. Tra le sue caratteristiche una volta avvenuta la trasformazione, la sua predilezione per gli alveari. Si nutre infatti di miele.

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Il Gazzettino