La più citata è stata Coco Chanel. Prima che sulla passerella rossa iniziasse la sfilata, dalla platea si alzavano, una dopo le altra, le modelle e ciascuna declamava,...
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Il più commosso di tutti era Gianni Trevisan, presidente e "anima" della cooperativa sociale Il Cerchio che ha organizzato l’evento a conclusione di Free-it, un progetto finanziato dall’Ue che per due anni ha consentito a realtà diverse di nove nazioni europee di confrontarsi sulla formazione professionale dei detenuti: uno "scambio di buone pratiche" tra operatori di realtà anche molto lontane, accomunate dalla sfida del reinserimento lavorativo e sociale.
La sfilata di moda delle detenute della Giudecca è alla terza edizione, ma le volte precedenti si erano svolte all’istituto della Pietà e all’isola di San Giorgio. Stavolta, invece, sono stati gli invitati ad entrare in carcere e a condivivere l’emozione di detenute e agenti che hanno presentato la collezione di una trentina di capi. Tanti pois, righe, ma anche fiori. Tutte creazioni che poi vengono messe in vendita al "Banco Lotto n. 10", il negozio "dal produttore al consumatore" aperto a Castello. Tra l’altro la sartoria ha clienti blasonati: realizza gli abiti di scena per il Gran Teatro la Fenice e pure i cuscini per la ditta Fortuny. E una collaborazione ce l’ha anche con la Biennale che dal 2013 concede uno spazio al Lido, in concomitanza con la Mostra del cinema, per un temporary shop. Ieri, a fare gli onori di casa, c’era la direttrice del carcere femminile Gabriella Straffi. Tra i presenti la comandante Silvia Flora De Cesaria e la coordinatrice della sartoria Annalisa Chiaranda. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino