Da Trieste al Principato di Monaco a piedi, la sfida per l'ambiente di Davide Bottoli di Vittorio Veneto

Da Trieste al Principato di Monaco a piedi, la sfida di Davide Bottoli di Vittorio Veneto
VITTORIO VENETO (TREVISO) - Duemila chilometri su e giù per tutto l’arco alpino, con oltre 100 chilometri di dislivello complessivo. Sono i numeri impressionanti...

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VITTORIO VENETO (TREVISO) - Duemila chilometri su e giù per tutto l’arco alpino, con oltre 100 chilometri di dislivello complessivo. Sono i numeri impressionanti della “Via Alpina”, un trekking che si snoda appunto attraverso le Alpi, sfruttando sentieri e rifugi già esistenti e che passa per otto Stati. È questa l’avventura che ha iniziato Davide Bottoli, un vittoriese di 31 anni con l’intento di aumentare la consapevolezza in chi verrà a conoscenza di questa impresa degli effetti dell’inquinamento sulle montagne e la necessità di mantenerle pulite dai rifiuti


LA DECISIONE
Bottoli è determinato a portare a termine l’impresa. Al punto da chiedere alla propria azienda un permesso di tre mesi: concesso. Già, perché Davide è un manager del quartier generale europeo della Procter&Gamble, la multinazionale di prodotti di largo consumo diffusi in tutto il mondo, dai prodotti di pulizia per la casa ai pannolini. Laureatosi a pieni voti in statistica a Padova, Davide Bottoli viene subito assunto alla P&G di Ginevra. Cominciando una brillante carriera, ma senza dimenticare la sua grande passione ereditata da mamma Nadia e papà Giorgio: la montagna. Così, nei weekend e durante le ferie, è sempre a scarpinare sulle Alpi, e non solo. Fino a che scopre la Via Alpina. Un trail per pochi, anche per i tempi che richiede: almeno un centinaio di giorni. Ai quali bisogna aggiungere fisico e determinazione. Il percorso, da Trieste al Principato di Monaco, infatti non solo è un continuo saliscendi (una media di mille metri al giorno di salita e altrettanti in discesa) ma è anche poco assistito. Nel senso che soprattutto in alcuni tratti non ci sono rifugi. In altri nemmeno bivacchi: si deve dormire in tenda. Ma Davide non si scoraggia, anzi. Prepara da solo il suo piano e alla fine si decide. Anche perché il suo contratto di lavoro prevede che dopo 7 anni di lavoro il dipendente possa chiedere un’aspettativa di tre mesi. Lui la chiede e la multinazionale americana con sede svizzera glieli concede.


L’OBIETTIVO


«Ho studiato ogni tratto – racconta Davide – e soprattutto ho preparato lo zaino. Dentro deve starci tutto, perché non sempre avrò la possibilità di arrivare in un rifugio. Quindi ci deve essere anche una tenda. Mettici anche due litri d’acqua e il gioco è fatto: 16 chili!». Da portare a spasso, sempre da solo, per duemila chilometri. Partito domenica scorsa da Trieste, ha subito attraversato il confine. Notte comoda in un B&B sloveno: «Ma non sarà sempre così». Dopo una settimana di cammino ieri si trovava in Slovenia, all’altezza di Plezzo. Poi su verso l’Austria, quindi il rientro in Italia (Pusteria) e avanti verso la Svizzera e la Francia, per poi “atterrare” al Principato di Monaco fra oltre 3 mesi. «Prevedo 100 giorni di cammino – spiega – per questo all’aspettativa ho anche aggiunto delle ferie, in modo da starci dentro». A lato della sua impresa Davide ha creato un crowdfunding il cui ricavato andrà a sostenere una organizzazione non governativa svizzera che si occupa di preservare l’ambiente alpino. Digitando su internet l’indirizzo https://linktr.ee/bottolstrekkinghub?utm_source=linktree_profile_share si possono avere informazioni sulla Via Alpina, vedere il tracciato finora compiuto da Bottoli, dialogare con lui ma anche donare in favore dell’associazione di tutela delle Alpi.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino