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TREVISO - Prima le proposte oscene, poi le vere e proprie molestie a sfondo sessuale. Con un’aggravante: «Se vuoi fare carriera devi venire a letto con me». La denuncia di una 40enne trevigiana si è trasformata in un processo con rito immediato cautelare nei confronti del suo (ex) datore di lavoro, un imprenditore di 68 anni. Il prossimo 17 maggio finirà di fronte ai giudici del tribunale di Treviso per rispondere della pesante accusa di violenza sessuale. Con la sua ex dipendente che, con l’avvocato Francesco Murgia, si costituirà parte civile. E forse non sarà la sola, visto che stando alla Procura quel modus operandi sarebbe stato utilizzato nei confronti di altre donne che lavoravano nella sua azienda metalmeccanica.
L’INDAGINE
L’indagine era scatta nel maggio dello scorso anno. A squarciare il velo di silenzio era stata, appunto, una donna di 40 anni, madre di due figli e con un compagno, impiegata amministrativa, che per sei aveva sopportato quelle avance non richieste, e ricattatorie, da parte del titolare di un’azienda che contava 30 dipendenti e un fatturato da 2 milioni di euro l’anno. La donna era stata assunta nel 2017 e il suo incarico prevedeva che gravitasse nell’orbita della dirigenza. Fin da subito, come lei ha poi ricostruito, il titolare si è preso troppe confidenze: apprezzamenti volgari, battute equivoche infarcite di doppi sensi fatte anche alla presenza dei colleghi fino ad arrivare, col passare degli anni, alle molestie.
L’OMERTÀ
Il “vizio” del titolare era risaputo, ma nessuno era riuscito ad arginarlo. A maggio, in preda a una crisi d’ansia, la 40enne va dal suo medico curante che le riscontra una “sindrome ansioso-depressiva causata da mobbing e molestie sessuali”. L’Usl 2 ha fatto scattare il codice rosso e l’imprenditore è stato messo ai domiciliari, dove si trova tuttora. Altre tre lavoratrici, di cui due tuttora impiegate nell’azienda, in seguito hanno raccontato agli inquirenti di aver subito lo stesso trattamento.
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