Sesso con gli allievi: «Merita 7 anni»

Sesso con gli allievi: «Merita 7 anni»
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MONTEBELLUNA - Ha avuto la mano pesante il pm di Venezia Raffaele Incardona chiedendo 7 anni e 4 mesi per il 61enne maestro nella scuola di scacchi del circolo Vergari di Montebelluna, che è alla sbarra per violenza sessuale, detenzione e produzione di materiale pedopornografico. Su tutti, un video datato 2008, che riprendeva il maestro assieme a due allievi della scuola, di 12 e 15 anni, in atteggiamenti, per l'accusa, intimi durante una trasferta della squadra a Jesolo. Non c'è malizia in quel video, hanno concluso chiedendo l'assoluzione gli avvocati difensori Mezzanotte e Dal Confetto. «Ho insegnato a migliaia di ragazzini per 40 anni - spiega il maestro - e sono stato in giro per l'Italia con tanti e nessuno si è mai lamentato. Vorrei farvi vedere quel filmino e inserirlo nel contesto in cui venne girato. Un ricordo di una gara di 6/7 secondo nel quale un ragazzino, difronte alla telecamera si abbassa le mutandine. Niente di scabroso. Era uno scherzo e come tale l'ho conservato».

L'INDAGINE
L'inchiesta, sfociata in un processo ora alle battute finali, aveva preso il via nell'estate del 2016 quando la mamma di un allievo del circolo Vergari aveva trovato, nascosto nella memoria di una chiavetta Usb del figlio, un video con contenuti erotici. La donna face parlare il figlio, scoprendo che video l'aveva ricevuto dal maestro di scacchi. Immediate la denuncia e la perquisizione a casa del maestro. Lì la polizia aveva trovato il filmato hard girato nel 2008 a Jesolo: protagonisti lo stesso maestro e alcuni ragazzi del circolo. Il video aveva avuto lo stesso effetto della benzina sul fuoco, dando la spinta decisiva alle indagini che avevano portato gli inquirenti ad ascoltare il racconto di un terzo ragazzo che avrebbe subito un approccio sessuale da parte del 61enne, nel corso di un torneo lontano da Montebelluna. Su questi fatti la procura di Venezia aveva chiesto l'arresto del maestro, ottenendo dal giudice per le indagini preliminari soltanto l'obbligo di dimora: i fatti contestati risalivano nel tempo, la motivazione del gip.
LA DIFESA

Interrogato, lo scacchista si era avvalso della facoltà di non rispondere. In sua difesa erano arrivati i genitori dei ragazzi iscritti al prestigioso circolo. «Se davvero fosse un pedofilo, con tutti i ragazzi che si è trovato a gestire - scrivevano in una lettera - le denunce fiorirebbero, invece i ragazzi con i loro genitori, soprattutto quelli sempre presenti, che hanno visto come si comportava, di certo si sarebbero accorti che qualcosa non andava».
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Il Gazzettino