Sesso con l'amica svenuta, poi l'abbandona sul ciglio della strada: 27enne condannato

Sesso con l'amica svenuta, poi l'abbandona sul ciglio della strada: 27enne condannato
ROVIGO - La Corte d'Appello di Venezia ha confermato la condanna nei confronti del 27enne che ha approfittato dello stato di annebbiamento dell'amica, che dopo una birra...

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ROVIGO - La Corte d'Appello di Venezia ha confermato la condanna nei confronti del 27enne che ha approfittato dello stato di annebbiamento dell'amica, che dopo una birra ed una canna si è sentita male perdendo conoscenza, consumando un rapporto sessuale completo con la ragazza semisvenuta e poi, visto che lei non accennava a riprendersi, portandola in macchina vicino alla casa di una sua zia e lasciandola a terra sul ciglio della strada. I fatti risalgono al 26 maggio del 2017 e giovedì è arrivata la sentenza di secondo grado, che ha confermato integralmente la sentenza che era stata pronunciata dal Collegio del Tribunale di Rovigo, nel primo grado di giudizio, il 5 luglio dello scorso anno, riconoscendo colpevole di violenza sessuale ed omissione di soccorso e condannato ad una pena di 5 anni e 1 mese di reclusione, oltre al pagamento di un risarcimento di 15mila euro nei confronti della vittima, che si era costituita parte civile con l'avvocato Anna Osti. A difendere l'imputato, invece, l'avvocato Lorenzo Pavanello. La condanna non è ancora definitiva, quindi tale non è nemmeno la colpevolezza, perché resta l'ultimo grado di giudizio.


LA VICENDA
Per ricostruire la vicenda, come nel film Memento, è stato necessario partire dalla fine e poi ricostruire a ritroso, attraverso i barlumi di ricordo della vittima, il quadro di quanto accaduto quella giornata. Quello che è certo è che la ragazza, è stata trovata svenuta per strada dal personale sanitario dell'ambulanza accorsa dopo la chiamata al 118 fatta dal fratello al quale, dopo aver avuto un momento di lucidità ed essersi svegliata in un luogo che non riusciva a riconoscere, aveva inviato un messaggio con le coordinate di geolocalizzazione.


Arrivata in stato di incoscienza al Pronto soccorso, la giovane si è poi gradualmente ripresa ed ha iniziato a raccontare quel poco che ricordava dell'accaduto ai sanitari, ribadendolo poi nelle audizioni protette, visto il suo delicato quadro psicologico, e, infine, anche in aula, durante il processo. Alcuni flash, come fotogrammi isolati. Di aver fumato una canna a casa dell'amico dopo aver bevuto una birra con lui. Poi, di aver chiesto dell'acqua e di aver percepito un retrogusto amaro e, poco dopo, di aver iniziato a sentirsi male. Per questo, durante le indagini, era stato anche ipotizzato che potesse essere stata utilizzata la cosiddetta droga dello stupro, l'acido gamma-idrossibutirrico, che produce i sintomi di un'ubriachezza molto intensa, fino alla perdita di coscienza ed alle amnesie. Tuttavia, questa ipotesi non ha poi trovato alcun riscontro oggettivo, ma è stato ritenuta plausibile un'interazione di alcol e Thc con i farmaci che la ragazza stava prendendo in quel periodo. Fra i suoi ricordi, anche quello di aver detto di sentirsi male all'amico che, però, invece di portarla in ospedale come lei chiedeva, avrebbe invece iniziato a baciarla, spogliarla e toccarla. La ragazza, che vista anche una sua particolare condizione è stata anche sottoposta a specifici accertamenti, su quanto accaduto successivamente ha ricordi che sembrano come avvolti dalla nebbia, ma ha detto e ribadito di aver avuto un improvviso momento di lucidità, rendendosi conto di essere completamente nuda, stesa sul letto, con lui sopra. E la sensazione di una penetrazione completa, con il preservativo. Poi, però, di nuovo il buio. Come se la sua mente avesse voluto rimuovere quei ricordi. Ma i riscontri trovati a quanto da lei raccontato sono stati ritenuti sufficienti in primo e secondo grado per ritenere provata la colpevolezza del 27enne. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino