Sesso illegale nei night club, finisce a patti con condanne a tre anni

Sesso illegale nei night club, finisce a patti con condanne a tre anni
SAN DONÀ - Quattro patteggiamenti per il giro di prostituzione, mascherato da attività di night club, messo in piedi in due locali di San Donà e Quarto...

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SAN DONÀ - Quattro patteggiamenti per il giro di prostituzione, mascherato da attività di night club, messo in piedi in due locali di San Donà e Quarto d'Altino: l'Arabesque e il Game Over. Le pene, comprese tra due e tre anni di reclusione, sono state applicate ieri dal giudice per l'udienza preliminare di Venezia, Andrea Battistuzzi, sulla base dell'accordo intervenuto tra la Procura e i difensori degli imputati.

I fratelli di Jesolo, Matteo e Federico Vendramello, di 43 e 48 anni, assistiti dall'avvocato Pietro Speranzoni, hanno patteggiato rispettivamente due anni e cinque mesi di reclusione e 3600 euro di multa e tre anni di reclusione e duemila euro di multa; Mihaela Melania Hobila, romena di 35 anni, addetta alla logistica per le giovani prostitute, ha chiesto e ottenuto l'applicazione di due anni di reclusione e duemila euro di multa, con la sospensione condizionale della pena (avvocato Giorgio Pietramala); infine, Lorenzo Borga, 70 anni di San Donà, difeso dall'avvocato Igor Zornetta ha patteggiato due anni e otto mesi di reclusione e 3600 euro di multa.
L'OPERAZIONE
L'inchiesta, condotta dalla Squadra Mobile di Venezia e coordinata dalla pm Federica Baccaglini, si era conclusa a gennaio con l'emissione delle misure cautelari disposta dal gip David Calabria, secondo il quale era in atto una vera e propria attività imprenditoriale di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Il ruolo di regista è stato attribuito a Matteo Vendramello, coadiuvato dal fratello Federico. Centrale anche il contributo di Mihaela Hojla, presidente delle associazioni che gestivano i due locali e quello di Lorenzo Borga e di un quindo imputato, Ugo Bozza, 66 anni, di Portogruaro, che in qualità di gestori di fatto, si occupavano della cassa.
I contatti e gli accordi conducevano a prestazioni sessuali consumate nei privè dei due locali, ma anche in albergo e a domicilio: tariffa prevista di 150 euro ogni mezz'ora, di cui 100 per le ragazze e 50 per i gestori di Arabesque e Game Over. E i clienti fissi pagavano anche con il bancomat. Bozza ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato.

Gianluca Amadori
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Il Gazzettino