"Scollegati", l'Ulss 2 apre un servizio per disintossicare i giovani da social, internet e videogames

La locandina dell'Ulss
TREVISO -  Il Dipartimento per le Dipendenze dell’Ulss 2, all’interno delle azioni previste dal Piano Operativo Regionale per il Contrasto al Gioco...

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TREVISO -  Il Dipartimento per le Dipendenze dell’Ulss 2, all’interno delle azioni previste dal Piano Operativo Regionale per il Contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico, avvia “S-COLLEGATI”, un servizio di consulenza gratuito e ad accesso diretto, rivolto a ragazzi e ragazze adolescenti con comportamenti disfunzionali legati alle nuove tecnologie e, in particolare, alla dipendenza da videogiochi, internet e social network.

Il servizio sarà operativo in quattro sedi, distribuite nei tre Distretti, in modo da facilitare l’accesso. Potranno farvi riferimento, oltre ai ragazzi, anche le famiglie per valutazioni e sostegno rispetto ad abitudini comportamentali disfunzionali, spesso connesse al ritiro sociale e a marcate difficoltà relazionali. Gli sportelli saranno aperti, da martedì 2 novembre, in fasce orarie che ne faciliteranno l’accesso. Il servizio sarà gestito da psicologi esperti che svolgeranno attività di aggancio, consulenza e valutazione garantendo un supporto psicoeducativo alla famiglia. Il progetto è realizzato attraverso una stretta collaborazione fra servizio pubblico e privato sociale accreditato (Comunità Giovanile Onlus, Sonda Società Cooperativa Sociale Onlus e Piccola Comunità - organizzazione non lucrativa di utilità sociale - Impresa Sociale) che gestirà le aperture degli sportelli con personale esperto.

«Con questo nuovo servizio – sottolinea Marcello Mazzo, direttore del Ser.D. – andremo a dare una risposta sistematica a nuovi bisogni emergenti. Finora la presa in carico di questa tipologia di utenti è avvenuta attraverso i servizi esistenti con un approccio non dedicato, offrendo consulenze occasionali su richiesta. Gli interventi finora svolti sono state poche unità, prevalentemente a favore dei genitori preoccupati del tempo che i loro figli trascorrono in rete. Il primo intervento che viene offerto è di riorganizzazione delle abitudini educative del figlio, ben consapevoli che la rete non ha solo una valenza negativa ma è l’utilizzo che ne facciamo che può rivelarsi problematico».

 

 

 

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Il Gazzettino