Stesi a terra abbracciati e morti, il terribile dramma di Sergio e Luisa

Stesi a terra abbracciati e morti, il terribile dramma di Sergio e Luisa
VENEZIA - Chi ieri mattina li ha trovati stesi a terra, senza vita e abbracciati al secondo piano della loro villetta a Fai della Paganella, un piccolo comune in provincia di...

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VENEZIA - Chi ieri mattina li ha trovati stesi a terra, senza vita e abbracciati al secondo piano della loro villetta a Fai della Paganella, un piccolo comune in provincia di Trento, aveva suonato al campanello dei veneziani Sergio Cini e Luisa Zardo con animo sereno. Sempre lui, un conoscente che ogni tanto faceva dei lavoretti a casa della coppia di anziani, racconterà ai carabinieri della compagnia di Cles, di averli sentiti martedì, sul tardo pomeriggio e di aver ricevuto un invito a passare a casa loro, a Fai, in via Cortalta. Mai però si sarebbe immaginato che quell'invito fosse l'ultimo, disperato, capitolo di una tragedia della solitudine.


 
TUTTO PIANIFICATO INSIEME
Perché Sergio Cini, 85 anni, e sua moglie Luisa Zardo (87), nati a Venezia ma da tempo lontani da San Marco, sono morti in quella che da metà anni Novanta era diventata casa loro: una villetta nel centro di Fai della Paganella, con vista sulla vallata. Il finale, se lo sono scritti da soli, nel silenzio. Il motivo l'hanno invece messo nero su bianco in un biglietto fatto trovare a fianco dei corpi senza vita. «Abbiamo deciso insieme», recitava la breve lettera con cui salutavano gli amici e le persone che avevano a cuore. Mentre l'ultimo e unico desiderio espresso era quello di essere cremati. 
DUE COLPI
La dinamica, fredda, raccolta dai militari agli ordini del maggiore Nunzio Stanco, racconta di due colpi sparati dall'uomo nella serata di martedì. Il primo diretto alla moglie, malata da tempo, e l'altro per sé. Per chiudere così una vita diventata insopportabile a causa dello stato di salute della donna, colpita da una difficoltà a camminare che l'aveva portata a passare alcune settimane in una casa di riposo a Mezzolombardo, sempre in provincia di Trento. Una condizione tale da costringere l'anziano marito, un passato da assicuratore, a badare a se stesso e alla moglie. Fino a quando le forze l'hanno retto e finché anche la donna, di due anni più grande di lui, aveva considerato quella una vita degna di essere vissuta.
Così, tornata nei giorni scorsi dalla casa di riposo diventata per lei una sorta di seconda abitazione, i due hanno messo in patto quanto avevano deciso, chissà da quanto tempo. Hanno scritto la lettera, avvisato il loro conoscente di passare l'indomani a trovarli e hanno deciso di morire assieme, prima lei e poi lui, con due colpi di un revolver di piccolo calibro, sulla cui provenienza stanno indagando i carabinieri di Cles dal momento che Sergio Cini non aveva mai denunciato l'acquisto e il possesso di nessun tipo di arma.
UNA VITA IN TRENTINO
Veneziani di nascita, Sergio e Luisa, si erano trasferiti a Bolzano poco dopo la nascita della loro unica figlia Sonia, cinquantanovenne, residente con il marito a Padova e avvertita nel tardo pomeriggio di ieri dal luogotenente Giancarlo merli, comandante della stazione dei carabinieri di Prato della Valle. A Bolzano la coppia aveva anche una casa di proprietà, lasciata però a metà degli anni Novanta quando - ormai in pensione e nonostante i consigli degli amici che li invitavano a rimanere a Bolzano per usufruire dei servizi sociali di una città - avevano deciso di trasferirsi a vivere a Fai della Paganella, nella villetta che avevano comprato e in cui sono stati trovati senza vita ieri mattina.
IL RICORDO
I due erano una coppia che si lasciava andare a poche confidenze , ma che ai vicini non nascondevano le difficoltà con cui erano costretti a convivere ogni giorno. «Li avevo conosciuti negli anni scorsi - ricordava ieri il sindaco di Fai della Paganella, Gabriele Tonidandel - Erano persone schive, ma quando ci incontravamo scambiavamo volentieri delle battute, anche perché la loro casa non è poi così tanto distante dal Comune. A Fai erano arrivati da Bolzano. Erano già in pensione quando hanno deciso di vivere qui: sapevo delle difficoltà di salute che avevano colpito la signora Luisa. Si vedeva la sofferenza di Sergio». Parla di «ottimi rapporti come vicini» anche un uomo residente nella zona. «Volevo salutarli questa mattina(ieri, ndr), ma quando sono arrivato - racconta alla Rai - c'erano già i carabinieri».

Al'interno della villetta, Sergio e Luisa erano a terra, senza vita. Abbracciati. 
Nicola Munaro
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Il Gazzettino