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PADOVA - Agenti della Squadra Mobile hanno catturato un 39enne cinese, W.J. perchè gravemente indiziato di sequestro di persona, violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni personali, consumati ai danni di una sua connazionale.
Privandola del cellulare, chiudendola a chiave in una stanza e comunque controllandone ogni movimento, in almeno 30 occasioni, tra il dicembre e gennaio scorso, l'uomo ha costretto la donna a subire ripetuti atti sessuali, con violenza (sberle, calci, pugni) e dietro la minaccia di divulgare sue foto nuda.
La notte del 21 gennaio 2021, una volante della Questura, transitando in via Tommaseo, notava nell'androne di un palazzo una donna piegata su se stessa e dolorante; la stessa, che camminava con forte difficoltà, presentava un ematoma visibile sulla nuca e su di uno zigomo, oltre ad un livido accanto ad un occhio. Prestatole immediato soccorso, i poliziotti apprendevano subito dalla donna di essere stata aggredita da un suo connazionale, all'interno di un appartamento ove sarebbero stati poco dopo identificati altri cittadini cinesi, alcuni dei quali irregolari.
A svolgere le successive indagini sono stati gli investigatori della Squadra Mobile - sezione criminalità straniera -, che hanno prima assistito e riascoltato la donna (mettendola in condizioni di sicurezza, affidandola ad un'associazione per la tutela delle vittime di violenza), e poi, in brevissimo tempo, riscontrato il suo racconto.
In sede di visita medica sono emerse effettivamente plurime ecchimosi al volto e al corpo. Ad attribuire poi ulteriore credibilità a quanto riferito dalla vittima sono state le informazioni acquisite da alcuni inquilini dello stabile ove la stessa era tenuta prigioniera, e che si riteneva avessero potuto assistere ad alcuni dei gravi episodi. Costoro hanno confermato alla Squadra Mobile il racconto della donna, evidenziando loro stessi il carattere violento dell' uomo, spesso in stato di alterazione a causa dell'abuso di alcolici e perciò incline alla violenza e ad abusi. La povera vittima, da sola, senza conoscere la lingua italiana, si è trovata in un vero e proprio inferno. A subire minacce di morte è stato pure il marito (in Cina), e come lui anche altri suoi conoscenti, i cui contatti l'indagato aveva scaricato dal telefono della donna, prima di romperglielo. Gli investigatori della Squadra Mobile hanno appurato come l'uomo cercasse con insistenza donne fragili e bisognose, inserendo in alcune chat cinesi i propri recapiti, con offerte di posti di lavoro, per poi selezionare le proprie prede: donne sole da sfruttare e abusare in tutti i sensi, e che a lui si sarebbero rivolte semplicemente perché bisognose di lavoro. A rendere necessaria l'immediata applicazione della misura carceraria, la circostanza che l'uomo ha mostrato grande disinvoltura nel muoversi, sia nel territorio nazionale che anche solo all'interno del palazzo teatro delle orrende condotte, spostandosi sempre da un appartamento all'altro e godendo di fatto del silenzio delle sue vittime e dei suoi concittadini, che per settimane non hanno avuto il coraggio di chiedere l'intervento della polizia. Da qui il pericolo di fuga e di inquinamento probatorio. Ieri sera, l'uomo è stato rintracciato alla stazione di Padova. In sede di perquisizione delegata dalla stessa A.G., la Squadra Mobile ha recuperato un bagaglio ed alcuni effetti personali che l'uomo aveva sottratto alla donna prima di allontanarsi dall'abitazione a seguito dell'intervento della Polizia. Espletate le formalità di rito, l’uomo è stato poi condotto in carcere.
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