Blitz in dieci ristoranti cinesi: uno su due è fuorilegge

Blitz in dieci ristoranti cinesi: uno su due è fuorilegge
PADOVA - In alcuni ristoranti cinesi si consumano abitualmente prodotti privi di etichettatura e di cui non si conoscono origine e provenienza. È la scoperta effettuata...

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PADOVA - In alcuni ristoranti cinesi si consumano abitualmente prodotti privi di etichettatura e di cui non si conoscono origine e provenienza. È la scoperta effettuata dagli uomini della Guardia di finanza a dieci giorni dalla clamorosa distruzione di un carico di nove tonnellate e mezzo di carne contagiata dalla peste suina africana. Proprio lo scampato pericolo, potenzialmente devastante per maiali e cinghiali allevati nella nostra regione, ha spinto la Procura ad ordinare una serie di controlli nei locali a cucina cinese di città e provincia. Con l’evidente obiettivo di tutelare il consumatore che degusta e apprezza i cibi di tradizione asiatica. Il sostituto procuratore Sergio Dini, che aveva coordinato il blitz delle Fiamme gialle del 9 gennaio, ha sollecitato uno screening a campione per verificare le qualità e le proprietà delle pietanze proposte. Il risultato della mini indagine sul ristretto gruppo di ristoranti non è per nulla rassicurante.

 

Scarafaggi ed escrementi di topo sui piatti da servire: scena horror nel ristorante cinese Foto Video

MARGHERA - C'erano insetti vivi sul pavimento in cucina ed escrementi di topo sui piatti che poi sarebbero stati serviti. Scena horror in un ristorante cinese a Marghera (Venezia). L'attività è stata ovviamente sospesa e i titolari hanno ricevuto una multa di 3mila euro.



I CONTROLLI
É infatti emerso che metà dei locali ispezionati dai militari del colonnello Fabio Dametto (nella foto a destra) non rispettano le normative igienico sanitarie nella conservazione e somministrazione di prodotti alimentari. Dieci le attività passate sotto la lente d’ingrandimento dei baschi verdi: in cinque casi tutto è risultato perfettamente in regola, con ovvia soddisfazione di gestori e clienti. Nei restanti cinque locali c’è invece di che mettersi le mani nei capelli. In magazzini e dispense tenuti in condizioni igienico sanitarie a dir poco precarie sono state trovate decine e decine di prodotti “fantasma”. Tagli di carne ma soprattutto confezioni di pesce di cui è impossibile ricostruire la filiera produttiva e distributiva. Scatoloni anonimi, senza uno straccio di etichetta e su cui i titolari dei ristoranti non hanno saputo o voluto fornire indicazioni precise. In pratica la carne e il pesce proposti ai clienti di questi cinque locali non sono in alcun modo tracciabili. Non si capisce da dove provengano e soprattutto quale sia la loro composizione organolettica. Non esattamente un dettaglio nei giorni in cui il mondo intero è tenuto sotto scacco dall’epidemia del Coronavirus.

I finanzieri hanno proceduto al sequestro di interi magazzini di merce che dovrà ora essere analizzata nel dettaglio dagli ispettori del servizio Veterinario e del Servizio Igiene-Alimenti dell’Ulss 6. L’inchiesta è soltanto agli inizi e promette ulteriori colpi di scena. Troppi quantitativi di prodotti totalmente sconosciuti continuano ad arrivare nel nostro Paese per poi finire sulle tavole di ignari consumatori.

LE SANZIONI
Per i cinque ristoratori pizzicati a commercializzare carne e pesce sprovvisti di tracciabilità scatteranno pesanti sanzioni di natura amministrativa. Ma la Procura, sulla scorta del rapporto della Guardia di finanza, potrebbe adottare misure più drastiche, come la temporanea chiusura dei ristoranti, anche per consentire una radicale attività di pulizia e di risanamento.

 
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Il Gazzettino