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TERME EUGANEE - Nell'aula del tribunale Collegiale di Padova lui non c'era. E non c'era nemmeno sua figlia di 4 anni che l'imputato - un tunisino di 22 anni, nato a Thiene ma residente a Mestre - aveva rapito alla madre (di origine marocchina e residente in un comune della zona termale) e portato in Tunisia dai suoi genitori dando il via a un'inchiesta e ad un processo per sottrazione di minore e sequestro di persona che si è chiuso ieri. E per il quale il 22enne magrebino è stato condannato a 8 anni di carcere, gli è stata sospesa la responsabilità genitoriale e nei suoi confronti è stato firmato un ordine di cattura immediato, oltre a un risarcimento di 40mila euro da versare all'ex compagna. Per il 22enne il pubblico ministero Sergio Dini aveva chiesto la condanna a 9 anni. A pesare sulla pena decisa dal Collegio presieduto dalla giudice Mariella Fino, il fatto che l'uomo abbia tradito l'ultima promessa: quella di riportare la bambina in Italia con l'aiuto del consolato e farle riabbracciare la madre, che nel frattempo aveva ottenuto la custodia della bambina in via esclusiva. La piccola però non è mai rientrata e per questo il suo legale, l'avvocato Elisabetta Costa, ha lasciato l'incarico.
LA STORIA
Tutto inizia il 13 maggio 2022, un sabato. Lui e la madre sono separati ma fino a quel momento non c'erano mai stati problemi. Quel giorno però, il giovane tunisino esce con la figlia e non la riporta a casa. Le indagini - nate dalla denuncia della madre - dimostrano che quel 13 maggio lui e la bambina si erano imbarcati su una nave diretta in Tunisia.
LA SUA VERSIONE
Lui dice di essere innocente, di essere stato d'accordo con la madre a portare la bambina in Tunisia perché la sua ex non sarebbe più stata in grado di gestirla. La prova a discolpa che il 22enne si gioca è la firma della donna sull'autorizzazione per permettere al padre di viaggiare all'estero con la piccola. Una versione che confligge con la denuncia della madre: lei è integrata in Italia e la piccola è seguita in tutto per tutto da lei e dai suoi nonni materni con i quali convive. A quel punto il 22enne ha provato a mettere sul piatto il futuro rientro della bambina: era gennaio quando il processo veniva sospeso e rinviato a ieri in attesa di vedere lui e la bambina comparire in aula. Attesa che ancora continua.
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