"Salva Venezia" bocciato dal Senato A rischio gli stipendi dei dipendenti

I dipendenti comunali protestano (foto archivio)
VENEZIA - Il presidente del Senato Pietro Grasso ha dichiarato inammissibili 15 dei 26 emendamenti al dl Enti locali, che ha assorbito parte delle norme del Salva Roma, già...

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VENEZIA - Il presidente del Senato Pietro Grasso ha dichiarato inammissibili 15 dei 26 emendamenti al dl Enti locali, che ha assorbito parte delle norme del Salva Roma, già approvati in commissione Bilancio. Tra gli emendamenti che vengono a saltare, anche il cosiddetto "salva Venezia", presentato per attenuare le sanzioni previste per l'amministrazione comunale a causa dell'uscita dal patto di stabilità.




Il problema riguarda lo sforamento del patto di stabilità interno da parte del Comune nel 2013, una serie di regole escogitate per far contribuire gli enti locali al risanamento del bilancio dello Stato. Tra le sanzioni, c’è anche la decurtazione del fondo della retribuzione accessoria del personale dipendente, che se attuata significherebbe tagli tra i 200 e i 500 euro al mese per persona. Tagli che andrebbero in ogni caso a colpire i dipendenti dai redditi medio-bassi.



Con un taglio netto sono stati dichiarati improponibili alcuni emendamenti tra cui quello che stabilisce l'estrazione degli scrutatori dei seggi venti giorni prima delle elezioni. «Alla luce di tali criteri, la Presidenza dichiara, pertanto, improponibili gli emendamenti che non risultino coerenti con la materia, l'oggetto e le finalità specifiche del provvedimento al nostro esame e che non presentino una correlazione stretta e diretta con le singole disposizioni dello stesso decreto-legge», ha spiegato Grasso. Tra gli emendamenti che vengono a saltare, anche il cosiddetto 'salva Venezia', presentato per attenuare le sanzioni previste per l'amministrazione comunale a causa dell'uscita dal patto di stabilità.
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Il Gazzettino