Selfie sui binari, l'ultima follia è una scommessa con la morte

Un selfie sui binari
VENEZIA - La spavalderia adolescenziale, ai confini tra un'incoscienza infinita e una calcolata consapevolezza del rischio, li ha indotti a trasformare i binari di una...

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VENEZIA - La spavalderia adolescenziale, ai confini tra un'incoscienza infinita e una calcolata consapevolezza del rischio, li ha indotti a trasformare i binari di una linea ferroviaria nel set estemporaneo di una sfida con il destino. È la moda alquanto demenziale dei selfie scattati mentre un treno sta per arrivare, così da esibire il proprio coraggio inviando la prova agli amici. Un trofeo nell’era dei social, una specie di scalpo, orgoglio e stupidità che si mescolano per marcare nuove frontiere della trasgressione esibita, ostentata, trasformata in un feticcio adrenalinico. Un fenomeno, comunque, che non può essere archiviato come una semplice bravata, perché come dobbiamo ormai abituarci a fare con tutto ciò che attiene al web, disegna comportamenti che accompagnano un nuovo allarme sociale.

Apripista, in questa galleria dell'azzardo, sono stati quattro ragazzini intercettati dalle parti di Chioggia sul punto dove un viottolo di campagna incrocia la linea ferroviaria a Brondolo. Si scattavano selfie, pronti a girarli su Facebook. Per loro fortuna, non c'erano convogli in arrivo, nessun macchinista ha azionato la "rapida" e quindi non c'è stata interruzione di servizio pubblico, altrimenti le conseguenze penali e pecuniarie sarebbero state ben differenti. «Non abbiamo riscontrato violazioni, e quindi non ne sono derivate sanzioni. Ma abbiamo subito convocato i ragazzi e i loro genitori. Ci interessava informare le famiglie e far capire quanto pericolosa possa diventare questa pratica».
Michele Tiozzo è il comandante della polizia municipale chioggiotta e l'istruttoria condotta ha portato numerosi indizi dell'esistenza della selfie-mania. «Non ci sono state prove di foto inviate, ma i ragazzini hanno lasciato intendere di averle scattate».
Sono le frasi dei protagonisti, messe a verbale, a spiegare più di tanti trattati di sociologia che cosa passa nella loro testa. «Ci mettiamo sulle rotaie mentre arriva il treno, facciamo il selfie e poi ci togliamo via». L'ammissione non dà adito a fraintendimenti. Ebbrezza del rischio, da consumare in gruppo, da diffondere in rete. Perchè un selfie non si scatta se non per mostrarlo. Nessuno vuole restarci, sotto al treno, ma può accadere come qualche mese fa è avvenuto a Roma. Qualcuno dei quattro chioggiotti ha anche disegnato una sorta di primato. «I più "forti" sono due nostri amici, perchè loro si stendono sulle rotaie per farsi il selfie. Loro sì che hanno coraggio».
Quelli che hanno lasciato per davvero una traccia su Facebook, sufficiente per tradirsi, sono stati il sedicenne e il diciassettenne che hanno replicato la scena a Treville, vicino a Castelfranco, sulla linea che conduce a Padova. Anche in questo caso non stava arrivando alcun treno, ma le foto le hanno scattate e le hanno subito messe in rete. La Polizia Ferroviaria si è attivata non appena la notizia è finita sui giornali e, senza neppure l'aiuto degli specializzatissimi colleghi della Postale, è risalita agli autori minorenni di quella che in qualche modo può essere definita una bravata. Se la caveranno con una multa modesta, 17 euro a testa per aver violato l'articolo 19, comma 1, del dpr 753/80, la norma che punisce le intrusioni in aree ferroviarie. «Hanno ammesso che volevano farsi vedere dagli amici. Subito non hanno capito la gravità di quello che avevano fatto, ma poi hanno cominciato a riflettere» spiegano fonti di Polizia.

Il fenomeno non si limita a questi due casi. Basti pensare che a Quarto d'Altino, sulla Mestre-Portogruaro, un macchinista ha segnalato una decina di ragazzi che giocavano a calcio sulla massicciata. A San Trovaso, alle porte di Treviso, sulla trafficatissima Udine-Venezia, il conducente di un merci si è visto costretto a frenare perchè due giovani stavano camminando lungo la linea. In questo caso è scattata un'ammenda salata, perchè ogni minuto di ritardo nel percorso di ogni singolo treno costa 90 euro a chi lo ha provocato. Nel caso di ritardi a catena, per selfie o un troppo ardimentoso avvinarsi ai binari, la cifra raggiunge facilmente anche qualche migliaio di euro. E a pagare sono i genitori, che almeno – finora – si sono portati a casa i propri figli incolumi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino