SEDICO - Mancano 5 giorni al piccolo Filippo per venire al mondo. Protetto nel grembo di mamma Sonia ha vissuto da vicino la paura del Cordevole che stava arrivando in casa....
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LA TESTIMONIANZA«In realtà - racconta Sonia- neanche la sera del crollo non ho avuto paura. Saranno gli ormoni, ma non temevo certo il peggio». «La situazione era altamente pericolosa - racconta Roberto - ma nessuno ci ha evacuati. Ho deciso io di portarla via. Solo dopo il crollo sono arrivati a dirmi che se non volevo stare in casa potevo andare in Canonica per la notte. Ma io sono rimasto qui, anche se non sono riuscito a dormire per nulla».
L'ACQUAQuasi per miracolo l'acqua del Cordevole ha risparmiato la casa dei due futuri genitori. Nemmeno un centimetro è arrivato nel loro garage. Tanto fango e sporcizia però nel giardino e di fronte casa. E come gli altri residenti anche Roberto si è armato di Ramazza e ha iniziato a pulire.
IL LIETO EVENTOQuando il momento arriverà andrà dritta all'ospedale di Belluno, perché fortunatamente la viabilità verso il San Martino non è stata intaccata. Insomma non rischia di partire in ambulanza come avvenuto per una donna di Rocca Pietore.
SEMPRE SOLILa sera del disastro e la mattina seguente ogni tanto arrivava qualche curioso che oltrepassava le transenne arrivando fino in fondo, fino alla loro casa sull'argine. «Quelle barriere sono state sistemate dopo il crollo dai miei vicini - spiega - erano circa le 22.30. Nessuno ha pensato di mettere una protezione e qui è pericoloso».
LA MEMORIA STORICAIn quella zona è arrivato ieri anche Giuliano Bernard, un anziano del paese, che si ricorda bene l'alluvione del 1966. «Ricordo che quella casa dell'Agordina era crollata - spiega - ricordo tutto, anche i grossi danni. Dite che questa volta è peggio del 1966? Io c'ero. Era peggio allora, lo posso assicurare. Nulla in confronto a quanto accaduto in queste ore». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino