Sedico. Ventenne rischia condanna di 3 anni e 6 mesi: «Maltrattò la sua fidanzata», la furia esplose nel lockdown

A poco più di 20 anni avrebbe maltrattato per mesi la sua fidanzata: ora rischia la condanna
SEDICO - SOSPIROLO - Il pm ha chiesto una condanna di 3 anni e mezzo di reclusione per quella serie di accuse che vanno dai maltrattamenti in famiglia alle lesioni fino alla...

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SEDICO - SOSPIROLO - Il pm ha chiesto una condanna di 3 anni e mezzo di reclusione per quella serie di accuse che vanno dai maltrattamenti in famiglia alle lesioni fino alla violenza privata nei confronti della sua fidanzata di allora, che in quel contesto violento sarebbe stata indotta anche ad abortire. Lui, N.L., 26enne bellunese, nella sua deposizione in aula ha sempre detto che era innamoratissimo dando una versione dei fatti opposta a quella ricostruita dall’accusa. Ieri in tribunale a Belluno, l’arringa del suo difensore: l’imputato è difeso dagli avvocati Fabio Capraro e Luciano Meneghetti, quest’ultimo nel pomeriggio ha parlato in aula. Ha puntato sul fatto che i due non fossero conviventi, che farebbe di fatto cadere il reato di maltrattamenti famigliari, e su alcune presunte incongruenze delle testimonianze dell’accusa. L’imputato in aula aveva detto: «Lei si arrabbiava e mi saltava addosso. Mi sono difeso. Ero costretto a tenerle le braccia per non farmi graffiare».


La ragazza è parte civile con l’avvocato Antonio Prade, ieri in aula. L’uomo venne sottoposto al divieto di avvicinamento alla giovane, da cui doveva mantenere una certa distanza: una misura ormai caduta da tempo. Ma la sentenza deve ancora arrivare: si conoscerà il 22 febbraio. 
 

IL PROCESSO

Una vicenda complessa ricostruita nel processo che è passato per più di una decina di udienze con diversi testimoni, amiche di lei e amici di lui. Secondo le accuse della Procura, l’uomo, spesso sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti, avrebbe maltrattato la sua fidanzata da novembre 2019 a giugno 2020, con fatti avvenuti tra Sedico e Sospirolo, offendendola e dicendole che avrebbe dovuto ammazzarsi. La sua furia, insomma, si sarebbe scatenata in pieno lockdown. Per quanto riguarda le aggressioni fisiche, si tratterebbe di qualche episodio in cui la ragazza sarebbe stata spinta e afferrata per i polsi. Il più grave nel giugno 2020 quando l’avrebbe messa supina e colpita con una testata in piena fronte, cercando poi di soffocarla con un cuscino.
Nel capo di imputazione si parlava anche di quella gravidanza, un lieto evento che avrebbe portato ancora una volta i due a litigare. Secondo la procura lui le avrebbe detto: «Sbarazzatene» e lei avrebbe interrotto la gravidanza. Ma è una circostanza che sarebbe stata smentita da entrambe le parti. «Non ho mai detto che non volevo il bambino, anzi – aveva spiegato in aula l’imputato – la decisione di abortire è stata sua e me l’ha comunicata 3 giorni prima di recarsi in ospedale». E dopo la situazione sarebbe precipitata ulteriormente. 


Quando i fatti vennero alla luce dopo la denuncia di lei il giovane, uscito dall’interrogatorio dei carabinieri, rispose poi con una contro-denuncia (archiviata dal pm). La verità si conoscerà a febbraio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino