Scuole vecchie fuori norma Ecco la mappa del rischio

Scuole vecchie fuori norma Ecco la mappa del rischio
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PORDENONE - ICi sono computer e tablet, le comunicazioni corrono su Whatsapp e mail, il registro è elettronico e i genitori conoscono in tempo reale ciò che accade agli studenti. Tecnologia e passi avanti, ma all'interno di scuole che in alcuni casi hanno quasi cinquant'anni, che spesso non sono mai state interessate da opere di ristrutturazione e che oggi compongono la mappa dell'emergenza. Il crollo di una porzione della scuola «Leonardo da Vinci» di Padova ha riacceso la spia rossa: anche in provincia di Pordenone ci sono situazioni da monitorare. Scuole vecchie e malandate, ma soprattutto inadeguate alle esigenze di un'istruzione moderna e sicura. La città ha i suoi problemi, anche se la maggior parte degli edifici scolastici ha passato il primo test, e la provincia segue a ruota con alcuni dei casi più vicini al limite. A Pordenone c'è una «grande malata». È la scuola «Lozer» di Torre, nella zona nord della città. L'edificio che ospita le classi delle medie è composto da moduli risalenti a 40 anni fa e oggi non garantisce la stabilità generalmente richiesta ai plessi scolastici. È da rifare. Le pareti sono troppo esili, i serramenti  costantemente a rischio rottura minacciano di rompere i vetri delle finestre, il tetto dell'edificio è gravato da problemi strutturali. «È la situazione che stiamo maggiormente monitorando - conferma Alessandro Basso, consigliere comunale con delega all'Istruzione -. A muoversi dovranno essere Comune e Regione». Serve un investimento in tempi brevi e di grandi proporzioni. Sempre in città, poi, ci sono due casi diversi: uno riguarda il liceo Leopardi-Majorana, l'altro il Kennedy. Due istituti-simbolo che però devono far fronte a problemi contingenti. Il liceo deve ancora far «emigrare» alcune classi al Bronx, in una struttura che per peso delle persone all'interno e struttura stessa non è adatto ad ospitare una scuola (nel 2015 si verificò il distacco di un finestrone, poi finito sui banchi). Il Kennedy, invece, è alle prese con macchinari di meccanica da verificare e con la chiusura forzata - a causa del problema legato alla sicurezza delle attrezzature - di alcune aree dei laboratori.


In Provincia il caso-limite è quello di Cordenons. Ad oggi, infatti, alla Duca d'Aosta (scuola elementare) gli alunni frequentano le lezioni seduti sotto a reti protettive: installate in tarda primavera, servono ad evitare che un nuovo distacco del controsoffitto possa colpire ragazzi o insegnanti. L'edificio non rispetta le norme antisismiche e attende un intervento da più di un milione di euro che partirà solo in estate. Le lezioni, nonostante tutto, procedono regolarmente. Cosa che non è avvenuta a Valvasone Arzene, dove si è deciso di sgomberare il primo piano della scuola elementare. Mancavano i certificati antincendio e la scala di sicurezza. E dal 31 dicembre non sarà nemmeno più garantita la manutenzione effettuata dalla Provincia. L'ente cesserà le operazioni, passando la palla ad Uti e Comuni, soggetti già a corto di risorse.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino