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Quasi 7 milioni fra luce e riscaldamento nelle scuole superiori pordenonesi, fino a 18 milioni, nella peggiore delle ipotesi, negli istituti di secondo grado della provincia di Udine. Sono le proiezioni, agghiaccianti, per il 2023 che l’Ente di decentramento regionale di Udine e Pordenone guidato da Augusto Viola ha messo sotto la lente, per cercare - dove possibile - di contenere i consumi con un piano mirato ed evitare così la superstangata dei costi energetici.
LE STIME
Come spiega Viola, infatti, negli istituti superiori della provincia di Udine, «quest’anno secondo le nostre stime le spese per l’energia elettrica, il gas e l’acqua dovrebbero chiudersi sugli 11 milioni e 55mila euro, tanto che per chiudere l’anno a Udine ho chiesto le risorse nell’imminente secondo assestamento bilancio della Regione». Viola, infatti, ha spinto per ottenere 400mila euro, che «confido mi arrivino». Per la provincia udinese, il nuovo anno ha stime lacrime e sangue: «Per il 2023 le proiezioni ci parlano di una forbice che va fra i 16 e i 18 milioni, ma non sappiamo ancora come andrà. Navighiamo a vista», spiega il commissario dell’Ente di decentramento regionale di Udine e di Pordenone.
Nel Friuli Occidentale la musica non cambia. Attualmente, conti alla mano, fra energia elettrica e riscaldamento, le superiori pordenonesi consumano circa «3,5 milioni» ma il prossimo anno si potrebbe veleggiare anche verso i «6-7 milioni». «Per il 2023 - prosegue Viola - le stime pordenonesi ci parlano ad oggi di un raddoppio.
I RIMEDI
L’Edr, dopo un confronto attento con i presidi, ha avviato un piano taglia-sprechi per tutelare le casse pubbliche dalle prossime fluttuazioni del mercato. «Il piano di contenimento energetico è in corso. Nuovi orari di accensione del riscaldamento, orari ridotti per l’illuminazione, il cambio di lampadine con elementi a led... È un processo in divenire. Vedremo i risultati», dice Viola. In particolare, «a Udine sono in corso sopralluoghi in tutte le scuole. Siamo già intervenuti in qualche caso, per esempio all’istituto Stringher, che è energivoro, avendo spazi enormi. Abbiamo messo la gestione automatizzata di accensione e spegnimento delle luci. Le prossime bollette ci diranno se i primi interventi ci hanno consentito di portare a casa già un piccolo risparmio». Sul lungo periodo, invece, saranno gli interventi di efficientamento energetico sugli edifici a recitare la parte del leone per contenere spese e sprechi.
In teoria, il riscaldamento nelle scuole sarebbe già potuto partire il 20 ottobre. Data poi aggiornata al 22 e ulteriormente ritoccata a Udine, dove le scuole comunali (non in gestione all’Edr), per esempio, vorrebbero avviare i caloriferi il 24 ottobre o anche dopo. Nelle superiori udinesi e pordenonesi in gestione all’Ente di decentramento, invece, i termosifoni partiranno «quando le condizioni atmosferiche lo richiederanno, d’intesa con le scuole. Non certamente con gli automatismi. Dovrà esserci freddo», dice Viola. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino