Scuole riaperte dal 26. Veneto e Friuli senza bus: «Presi in contropiede dal 100% in classe»

Scuole riaperte dal 26. Veneto e Friuli senza bus: «Presi in contropiede dal 100% in classe»
La ripartenza al 100% delle scuole decisa dal Governo Draghi prende in contropiede le società che gestiscono il trasporto degli studenti. A Treviso, situazione però...

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La ripartenza al 100% delle scuole decisa dal Governo Draghi prende in contropiede le società che gestiscono il trasporto degli studenti. A Treviso, situazione però comune a tutto il Veneto, la Mom è nel caos con 450 mezzi che mancano all'appello. Non va meglio in Friuli Venezia Giulia, dove si sta dibattendo per potersi destreggiare tra mille problemi. Nella regione guidata da Massimiliano Fedriga il piano approvato sotto Natale, che prevedeva l'acquisto da parte della società pubblica Tpl di 143 nuovi autobus per agevolare la ripartenza delle scuole, ora è da buttare. O meglio, non basta più. E il Friuli Venezia Giulia rischia di farsi trovare del tutto impreparato di fronte al ritorno in classe del 100% degli studenti delle superiori a partire dal 26 aprile, quando con ogni probabilità la regione tornerà in zona gialla. L'allarme l'ha lanciato il proprio il presidente Fedriga. «O ci danno gli autobus - ha tuonato - o ci danno i soldi». E ancora: «La riapertura delle scuole al cento per cento è la scelta che mi preoccupa di più. C'è una organizzazione importante. Ne discutevamo con Anci e Upi, per avere un autobus serve più di un anno; si possono utilizzare bus turistici ma non nelle aree urbane. Mi auguro che il governo avendo preso questa scelta proponga anche le soluzioni».



IL NODO

La Regione tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio aveva convocato un tavolo con i quattro prefetti dei capoluoghi. Ne era uscito un piano dettagliato, che prevedeva l'acquisto in comodato di 143 mezzi aggiuntivi per il trasporto pubblico locale. Servivano a garantire il rientro in presenza degli studenti delle superiori. Ma la dotazione è sufficiente a coprire una frequenza scolastica al massimo del 75%, dal momento che all'interno dei mezzi la capienza massima è ferma al 50%. La ripartenza a pieno regime delle superiori, invece, richiederebbe un parco autobus superiore, che al momento non è disponibile. «L'organizzazione del rientro a scuola, così com'è stato pensato dal governo, al momento mi sento di definirla impossibile», ha tagliato corto l'assessore ai Trasporti, Graziano Pizzimenti. «Servirebbero almeno altri 150 autobus - ha aggiunto - a meno che il Comitato tecnico-scientifico non riveda il criterio dell'occupazione dei mezzi».

LE ALTERNATIVE

Già domani saranno riconvocati i quattro prefetti. Si inizierà a lavorare ad un nuovo piano, con poco tempo a disposizione. Un'alternativa sarebbe costituita dall'istituzione dei doppi turni di lezione in tutti gli istituti superiori della regione. Accade già in alcune scuole superiori della provincia di Udine , ma i dirigenti del Pordenonese hanno sempre eretto un muro di fronte alla proposta di scaglionare ingressi e uscite. «Ci auguriamo di ricevere novità importanti dal governo», ha spiegato l'assessore all'Istruzione, Alessia Rosolen. Un secondo problema riguarda le aule. Alcuni istituti, infatti, dovranno affrontare problemi di spazio e non è escluso l'allestimento di aree esterne per garantire tutte le attività in presenza.

 



LO SFOGO



Giacomo Colladon, presidente di Mom, la società trevigiana che gestisce i trasporti pubblici, è categorico: «Così è impossibile». La didattica in presenza al 100% ma la capienza dei mezzi ridotta al 50% significa avere 450 autobus in più per poter garantire il servizio. Immediata la chiamata di Colladon all'assessore regionale Elisa De Berti: «La richiesta di riportare i mezzi al massimo della capienza non è solo nostra - afferma De Berti - Possiamo garantire altri mezzi, ma 450 è troppo». In settimana Colladon incontrerà anche il Prefetto, Maria Rosaria Laganà, per fare il punto della situazione: «Cercheremo di ingaggiare più autobus possibile dai privati per garantire la tranquillità degli studenti, ma più di così non possiamo fare» chiude il presidente di Mom che, visto il poco preavviso, rimane dell'idea che forse sarebbe meglio continuare con il 50% degli studenti in presenza fino a fine anno. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino