Scuole sotto osservazione, Fedriga pronto a firmare l'ordinanza per chiuderle

Resta alto l'allarme ma per ora Fedriga non chiude le scuole
PORDENONE - La scuola resta sotto strettissima osservazione. Sono ore decisive per valutare se procedere con una nuova chiusura delle aule: stavolta però lo stop...

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PORDENONE - La scuola resta sotto strettissima osservazione. Sono ore decisive per valutare se procedere con una nuova chiusura delle aule: stavolta però lo stop riguarderebbe ogni ordine e grado, dall’asilo all’ultimo anno delle superiori. A preoccupare è la situazione legata alla variante inglese e all’incremento dei contagi tra alunni e studenti. In attesa di un quadro ancora più dettagliato della situazione da parte della task force della Regione la linea del governatore Massimiliano Fedriga non cambia. La situazione è preoccupante, se dovesse peggiorare - ha fatto intendere ieri il governatore - si dovrà andare verso la strada della chiusura e del ritorno della didattica a distanza. Il presidente attende di avere tutti i dati scientifici: un elemento fondamentale questo per “sostenere” l’eventuale ordinanza (se ci sarà, arriverà nei primi giorni della nuova settimana) e “blindarla” anche a fronte di possibili nuovi ricorsi come era avvenuto nelle settimane scorse. Le scuole superiori sono tornate in presenza il primo febbraio scorso, un nuovo dietrofront ad appena un mese potrebbe lasciare spazio a possibili ricorsi. «Non siamo né per una apertura a tutti a costi, né per una chiusura a tutti i costi. Dobbiamo valutare il vero rischio scientifico che deriva dalla nuova situazione legata alle varianti», ha ripetuto più volte Fedriga nelle ultime ore.


PARERE DEL CTS
È anche per questo motivo che, giovedì scorso, nell’incontro delle Regioni con il governo (il primo ufficiale con la neoministra Maria Stella Gelmini) i presidenti delle Regioni avevano chiesto al governo un parere del Comitato tecnico scientifico proprio sulla situazione legata alle scuole. Un parere scientifico che potesse così indicare una linea univoca e valida per tutti. Una richiesta di un’indicazione ufficiale da parte dell’organo scientifico sull’opportunità di tenere le scuole aperte a fronte anche di notizie che la stessa comunità scientifica sta diffondendo su una possibile terza ondata del virus. Il parere tecnico richiesto nei giorni scorsi dalla Regioni non è però ancora arrivato. E la richiesta sarebbe stata rinnovata anche dallo stesso Fedriga che, nella giornata di ieri, ha inviato al governo alcune sue considerazioni e richieste rispetto alla bozza del nuovo Dpcm che dovrebbe scattare sabato prossimo. E non è un caso se ieri mattina diversi governatori, da Bonaccini a Emiliano fino a De Luca (che ha già fatto il provvedimento) hanno indicato la strada della chiusura delle scuole se la situazione dovesse mostrare un peggioramento. Parallelamente si valuta anche la disponibilità del governo rispetto a provvedimenti che agevolino i congedi parentali per i genitori degli alunni più piccoli.
LA SITUAZIONE

Intanto ieri in Friuli Venezia Giulia i contagi sono rimasti stabili a 468. Aumenta di poco il numero dei ricoveri. Crescono i decessi. Su 5.899 tamponi molecolari sono stati rilevati 327 nuovi contagi con una percentuale di positività del 5,54%. Sono inoltre 2.180 i test rapidi antigenici realizzati, dai quali sono stati rilevati 141 casi (6,46%). I decessi registrati sono 11: tre i morti nella Destra Tagliamento nelle ultime 24 ore. Due donne di 88 anni, una di Pordenone e l’altra di Pasiano, sono morte nell’ospedale di Pordenone. Dove è morta anche una 79enne di Maniago. I ricoveri nelle terapie intensive sono 62 mentre quelli in altri reparti risultano essere 355. I decessi complessivamente ammontano a 2.834, con la seguente suddivisione territoriale: 638 a Trieste, 1.415 a Udine, 594 a Pordenone e 187 a Gorizia. I totalmente guariti sono 61.663, i clinicamente guariti 1.989, mentre quelle in isolamento oggi risultano essere 9.568.

 

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Il Gazzettino