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SACILE - Rischia di diventare una neverending story la vicenda della bambina sacilese di otto anni, diversamente abile, che non riesce ad avere un posto sullo scuolabus per andare a lezione. Un nuovo incontro tra le parti, la famiglia della piccola e il Comune, è in programma per il prossimo 10 ottobre, allargato stavolta agli avvocati, dopo che la signora Filomena, mamma della bimba, aveva chiesto un incontro con il sindaco, supportata dal suo legale.
LA VICENDA
Mamma Filomena combatte da due anni affinché sua figlia abbia quel posto che le spetta sullo scuolabus. Un passaggio a scuola, ma anche il modo di sentirsi parte del gruppo composto dai suoi coetanei. L'anno scorso quella seggiola, che nel suo caso dev'essere speciale, non è arrivata e si è trovata una soluzione alternativa solo grazie a due donne che hanno accolto la bimba nella fase di pre scuola. Quest'anno gli intoppi si sono ripetuti. Dopo la conferma che il bus non era attrezzato per lo scopo, il Comune ha messo a disposizione della famiglia l'auto e l'autista di un'associazione, ma la soluzione si è rivelata impraticabile per la piccola.
IL COMUNE
Non hanno dubbi gli assessori Antonella Baldo e Ruggero Spagnol, per i quali il Comune ha fatto tutto il possibile per andare incontro alle esigenze della piccola, anche con servizio, come dire, su misura (l'auto). Dal canto suo, mamma Filomena non può non osservare che le brutte sorprese arrivano sempre all'ultimo, senza preavviso, mettendola in ulteriore difficoltà. Qualche giorno fa la sua vicenda è finita anche in Consiglio comunale, dove la risposta dell'assessore Spagnol all'interrogazione non sembra aver soddisfatto i proponenti. Intanto l'unica cosa che cerca mamma Filomena è una soluzione per sua figlia e per lei stessa, dato che a sua volta ha un lavoro da svolgere: è maestra di scuola. Ora purtroppo i toni si sono anche alzati, tanto che all'incontro del 10 ottobre sarà presente il legale della famiglia, mentre sono stati invitati anche i rappresentanti dei Servizi sociali e dell'ufficio scolastico: «Da parte mia non c'è certo intenzione di denunciare nessuno. La presenza dell'avvocato serve affinché siano messi nero su bianco i diritti di mia figlia», ricorda la mamma. Riesplode dunque una situazione alla quale era stata trovata soluzione finora solo grazie all'interessamento dei singoli: Dovrebbero fare un monumento alla maestra e all'educatrice: senza dirmi nemmeno nulla, sono state loro ad aiutarmi in modo del tutto volontario. Per di più, l'insegnante si è dimostrata bravissima». Il cuore dunque anziché il sistema, aspettando una soluzione che faccia sentire una bambina di 8 anni alla pari tra i coetanei. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino