VENETO - «Mancano nelle iscrizioni alle scuole dell’infanzia e primarie i figli degli stranieri, oltre ad una riduzione legata alla denatalità»....
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«Mi ero accorta di questa riduzione già a gennaio e abbiamo cercato di capire cosa stesse succedendo. Non si sono iscritti alle scuole statali soprattutto gli stranieri che ipotizzo si siano allontanati dal nostro paese - prosegue Beltrame, al termine di una riunione fiume con le rappresentanze sindacali iniziata ieri alle 11 e terminata alle 16 - e poi c’è stato l’abbandono dopo il terzo anno di obbligo nella scuola secondaria». Malgrado il calo degli studenti sono comunque aumentati gli insegnanti. «Per la prima volta - prosegue la direttrice - il ministero non ha applicato il criterio della serie storica, che ci avrebbe portato alla perdita di ulteriori 352 posti. Non solo non abbiamo avuto questo taglio, ma abbiamo ottenuto 120 posti in più. Un segno di benevolenza del ministero Valeria Fedeli». Una risposta positiva alle molte lettere inviate a Roma dalla stessa Beltrame dove descriveva una situazione penalizzante per il Veneto. «Sono molto soddisfatta di questo risultato - prosegue - ma nel mio lavoro sono stata confortata dalle rappresentanze sindacali, dall’assessore Elena Donazzan e in generale dalla politica veneta». La serie storica, applicata negli scorsi anni, aveva visto la continua perdita di insegnanti, malgrado l’aumento degli studenti. Solo lo scorso anno il Miur aveva assegnato al Veneto 468 docenti in meno rispetto alle necessità.
Parla di «riequilibrio tra regioni del Centro Sud e quelle del Centro Nord» Sandra Biolo, segretaria regionale della Cisl scuola. «Dopo anni di penalizzazioni il Miur ha riequilibrato le cose e fatto un po’ di giustizia» dice la sindacalista. Soddisfatta anche la segretaria regionale della Cgil scuola Marta Viotto, preoccupata però per il calo degli studenti. «Quello che dobbiamo ora capire è il perché di questa riduzione degli iscritti - spiega Viotto - nei primi anni di istruzione sono mancati i bambini degli immigrati che forse per la crisi occupazionale si sono spostati altrove. Più seria, invece, la perdita di studenti alle superiori, con punte a Rovigo e Verona». Rovigo ha perso alle superiori 319 iscritti rispetto all’anno in corso, mentre Verona 382.
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Il Gazzettino