Spari alla prof in classe: l'ombra del bullismo tra ragazzi. Al vaglio pene più severe della sospensione

ROVIGO - L’ipotesi di un ammonimento del Questore, ma anche l’ombra di una sorta di costrizione “bullistica” dietro agli spari con la pistola ad aria...

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ROVIGO - L’ipotesi di un ammonimento del Questore, ma anche l’ombra di una sorta di costrizione “bullistica” dietro agli spari con la pistola ad aria compressa alla professoressa di scienze, filmati con un telefono. Sulla causa che ha portato al gesto scriteriato, ammette il preside dell’Itis Viola - Marchesini Isabella Sgarbi, «c’è il dubbio di una possibile spinta coercitiva, che apre ovviamente ad altri scenari, motivo per cui sono in corso anche ulteriori accertamenti ed abbiamo chiesto anche il supporto della psicologa per far sì che i ragazzi si aprano, perché fino ad ora abbiamo ricevuto solo spiegazioni sommarie e inconsistenti».


POLIZIA COINVOLTA
Intanto, i tre ragazzi, nei confronti dei quali è stata decisa la sospensione, di cinque giorni per chi ha sparato e per chi ha filmato e di due giorni per il proprietario della pistola, continuano ad andare a scuola, perché la data prevista per l’inizio del provvedimento disciplinare è stata fissata, per motivi di natura procedimentale, in lunedì 7 novembre. Oltre alla sospensione, però, è stata valutata anche la possibilità di una pena più severa. «Dopo due giorni – ha rimarcato la preside - ho informato la Questura ed ho chiesto al questore di valutare l’ammonimento nei confronti dei ragazzi coinvolti. Indubbiamente questo è un grandioso insuccesso del sistema educativo. Le famiglie sono cadute dalle nuvole quando le abbiamo informate, mentre i ragazzi non si rendono conto della gravità di quanto commesso».
L’ammonimento è un provvedimento amministrativo di prevenzione, sostanzialmente un invito a tenere un comportamento conforme alla legge. L’ipotesi è stata vagliata dal questore, ma non ne sono stati ritenuti sussistenti i presupposti. Perché l’ammonimento è previsto tipicamente per stalking, bullismo, cyberbullismo e violenza domestica e richiede poi la reiterazione della condotta. Quello che la Questura si è comunque impegnata a fare è di coinvolgere la scuola nei propri progetti formativi ed educativi. Al momento, la professoressa colpita, anche ieri assente da scuola, non risulta aver formalizzato alcuna denuncia. Fra l’altro, le lesioni riportate, non gravi, non sono state refertate.


LA SOSPENSIONE
Per Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi «i cinque giorni di sospensione sono un “pannicello caldo”, completamente inadeguati rispetto alla gravità del fatto. Inoltre che abbiano carattere rieducativo, non in classe, ma in un’altra aula, come attività di studio e ricerca per riflettere sulla gravità di quanto acceduto». Il direttore generale dell’Ufficio scolastico del Veneto Carmela Palumbo, nota come «quando la notizia è uscita, la scuola aveva già assunto i propri provvedimenti ed avanzato la segnalazione al questore per valutare l’eventualità dell’ammonimento. Al di là della gravità dell’episodio, questo fatto rivela che questi ragazzini non hanno capito bene dove si trovavano: sono saltati la relazione educativa ed il concetto di rispetto. Penso che ci siano due fattori che hanno reso la miscela esplosiva, da un lato un fattore contingente, perché questi ragazzi, al primo anno delle superiori, hanno avuto l’intero della scuola media segnato dal Covid e dalla discontinuità della presenza in classe. C’è poi un fattore più generale, che va avanti da tempo, ovvero la messa in discussione di tutte le autorità, quindi anche la scuola. Questi comportamenti vengono poi amplificati dall’uso dei telefoni e di internet Sul rapporto fra scuola e telefono c’è un ampio dibattito. La scuola poi rappresenta la società ed il telefono, come ogni strumento si può usare bene, addirittura come un supporto didattico, oppure malissimo, come in questo caso».


TELEFONINI VIETATI


L’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan non ha dubbi: «È ora di dire basta al telefono in classe. Si deve tornare al più presto al rispetto del luogo, del tempo e delle persone. Non c’è solo un colpevole di questo grave dileggio all’insegnante perché dal video si capisce che tutto è preordinato e costruito e questo è sicuramente l’aspetto più grave. Si è trattato di un atto premeditato e costruito e non di una bravata. Il tutto è stato pensato e messo in atto dal gruppo». Per Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale, che preannuncia un’interrogazione sul potenziamento di percorsi di educazione civica per ragazzi e famiglie, «le immagini della docente colpita e poi addirittura derisa dagli studenti raffigura uno sfregio per la scuola e per le istituzioni in generale. Non può essere derubricata ad una bravata: è l’umiliazione degli insegnanti e della scuola e davanti a questo non si può girare la testa dall’altra parte».

 

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Il Gazzettino