Scuola, a distanza anche l'ultimo giorno: protestano le famiglie

L’ingresso della scuola Ranier Michiel con i biglietti di saluto affissi dai ragazzi
Biglietti di saluto appesi al portone della scuola, girotondo...

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Biglietti di saluto appesi al portone della scuola, girotondo “distanziato” in campo, videolezione finale all’aperto: l’ultimo giorno di scuola nell’anno del coronavirus a Venezia è trascorso così, senza il saluto rituale “ufficiale” che il mese scorso avevano chiesto a gran voce rappresentanti e genitori di tutti gli istituti comprensivi veneziani. L’emozione è stata comunque forte per quelle classi i cui genitori, riuscendo ad autorganizzarsi, hanno potuto avere un momento di incontro collettivo, fondamentale soprattutto per chi l’anno prossimo passerà ad un altro grado di scuola. «Il passaggio da un tipo di scuola ad un’altra è un momento delicato e cruciale sia per i bambini di quinta elementare che per i ragazzini di terza media – spiegano i genitori firmatari dell’appello – per questo avevamo chiesto a dirigenti scolastici e alle istituzioni di organizzare un saluto all’aperto, contingentati e in sicurezza. Dal momento che questo non è stato possibile, ognuno si è organizzato come ha potuto». Alla primaria Renier Michiel gli alunni della V B, per esempio si sono dati appuntamento di fronte al portone chiuso della scuola e hanno appeso dei bigliettini di saluto mentre la V C ha organizzato l’ultima videolezione con le maestre direttamente in campo San Trovaso. Alla primaria Cerutti di Murano invece i bambini hanno suonato la campanella fuori dal cancello della scuola appendendo i loro grembiuli in segno di commiato. «Purtroppo i bambini sono stati completamente dimenticati dal decreto – interviene una mamma della primaria Cerutti, Alessandra Carbonich – La didattica a distanza è stata fondamentale in un momento di emergenza ma si è trascurato completamente l’aspetto psicologico dell’isolamento e le conseguenze sui bambini. Sarebbe stato importante salutarsi a scuola almeno l’ultimo giorno ma nessuno ha voluto prendersi questa responsabilità, né i dirigenti né il Comune». L’appello firmato da tutti i rappresentanti degli istituti comprensivi di Venezia centro storico, Lido e Pellestrina, Murano e Sant’Erasmo era stato inviato a metà maggio ai dirigenti scolastici, all’Ufficio scolastico regionale e al Comune proponendo di utilizzare i vari cortili delle scuole per permettere agli studenti dell’ultimo anno di salutarsi. Una richiesta che si è scontrata però con i vincoli imposti dall’emergenza sanitaria e con le difficoltà ad organizzare un incontro mantenendo gli standard di sicurezza: ingressi contingentati, distanziamento, divieto di assembramento e via così. «Capisco benissimo la difficoltà dei dirigenti nell’assumersi questa responsabilità – interviene Claudia Zennaro, presidente del Consiglio d’istituto del comprensivo Morosini – ma l’amministrazione comunale avrebbe avuto la possibilità di rispondere alla nostra richiesta come è stato fatto ad esempio dal Comune di Treviso. Ad esempio avrebbe potuto concedere Piazza San Marco, normalmente interdetta ai bambini per via dei turisti, come spazio pubblico per salutarsi, ovviamente contingentando l’ingresso delle classi».  «L’organizzazione dell’ultimo giorno di scuola dipende dalle scelte autonome dei dirigenti scolastici che da quello che mi risulta hanno ritenuto di non procedere per problemi legati al rispetto delle norme anticovd – spiega l’Assessore alle politiche educative Paolo Romor a cui avevano scritto i genitori - Il Comune ha potuto solo dare la disponibilità a fare la sua parte per la pulizia dei giardini delle scuole per dare un supporto ai genitori». I saluti informali proseguiranno anche nel weekend con piccoli gruppi di compagni di classe che si sono dati appuntamento nei parchi e nei campi. Per tutti rimane la speranza è che a settembre si possa ritornare a scuola, senza la barriera di uno schermo.
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Il Gazzettino