«Ritirati: noi non bocciamo», pubblicità choc dell'istituto

La pubblicità dell'istituto Scuola Italia sta sollevando un polverone anche a Vittorio Veneto
«Nella Scuola Italia 100% promossi: vietata la bocciatura». Ultimi della classe: non tutto è perduto. La panacea esiste, si chiama Scuola Italia ed è...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Nella Scuola Italia 100% promossi: vietata la bocciatura». Ultimi della classe: non tutto è perduto. La panacea esiste, si chiama Scuola Italia ed è sbarcata da poco a Vittorio Veneto. A promuoverla, cartelli  giallo limone, posti di referenza di fronte agli istituti superiori. «Non ti senti più motivato? Non ti senti a tuo agio nella scuola che frequenti? Ritirati». La risposta giusta esiste.  «Ritirarti è un tuo diritto. Perché rischiare?». Ma i presidi insorgono. «Un messaggio abominevole -accusa Stefano Da Ros, vittoriese, alla guida del Liceo Marconi di Conegliano-La costituzione stabilisce il diritto allo studio, non quello a ritirarsi da scuola».

L’OFFERTA
L’istituto centrale, Scuola Italia ha sede a Cassino (Frosinone). Basta contattarli al cellulare per spiegare il proprio caso. Le risposte arriveranno in un secondo tempo, in un colloquio privato. Il sito dell’istituto propone tre pagine, ma non esplicita prezzi-servizi né le sedi in Italia. «Siamo arrivati a Treviso vista l’enorme richiesta- spiegano al telefono-. Gravitiamo sul capoluogo ma possiamo seguire ragazzi anche nelle altre città. Ci stiamo espandendo a Vittorio Veneto». Analoghi manifesti sono apparsi in Lombardia, a Bologna, Ferrara e Lamezia Terme. Approfondendo si scopre che l’istituto è aperto da alcuni anni con la stessa sede ma con nome diverso. Scuola Italia Uno, nel 2018 si trasforma in Scuola Italia. Cambia cioè ragione sociale ma mantiene l’indirizzo base di Cassino. E aggiunge una seconda sede a Roma. Delle nuove sezioni nelle altre città d’Italia però non ci sono dati certi. Il sito (www.scuolaitalia.org) rimanda a un indirizzo mail di posta generica.
GLI INTERROGATIVI

Qualche notizia in più si trova nelle chat Yahoo answer, dove si leggono commenti e confronti sull’istituto, al tempo (gli scambi sono del 2013) collegato al nome del professor Nicola Romanelli. «Da quel che si legge non si capisce se si tratti si una scuola privata o di un istituto che si affianca a una parificata- dice Da Ros- nelle chat si legge che gli esami vengono sostenuti in un istituto di Napoli». Ma la questione della gratuità di corsi ed esami rappresenta solo una parte del caso. «Una pubblicità di questo genere dà un messaggio del tutto antieducativo - avverte Da Ros - Capita nelle scuole che gli studenti abbiano dei momenti di tentennamento, un calo di motivazione che può avere tante origini. Ma proporre come soluzione il ritiro mi pare un po’ troppo». Il preside legge la scorrettezza del messaggio soprattutto nel celato business. «Perché mi devi convincere a gettare la spugna? Perché evidentemente hai convenienza a che io lo faccia e venga da te». Altra frase fuorviante secondo Da Ros è quella che riguarda il diritto al ritiro. «Bel messaggio: i padri costituenti si sono battuti per il diritto allo studio. Non per il contrario». Ma soprattutto il divieto alla bocciatura. «Ma chi lo sostiene? Cosa vuole dire? Giustizia vuole che la bocciatura esista eccome». Il preside riflette sul messaggio complessivo. «Questa pubblicità fa passare la brutta idea che studiare e impegnarsi non sia necessario, che usare la testa voglia dire farsi furbi». Ritirarsi e frequentare un corso full immersion è senza dubbio una possibilità contemplata, a volte può essere utile per recuperare tempo prezioso ma le famiglie devono sempre affidarsi al consiglio della scuola nel caso di problemi o di ipotesi di ritiro.«Non sono contrario per principio all’opzione privata o al recupero dei mesi persi -conclude Da Ros>- ma attenzione, si gioca sulla pelle dei ragazzi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino