Mancano bambini: chiudono le scuole materne di Mardimago e Granzette

La scuola materna di Granzette a Rovigo, che chiuderà
ROVIGO - Per alcune scuole materne di Rovigo l’anno scolastico che volge al termine potrebbe essere l’ultimo. Il prossimo 30 giugno, infatti, tutti gli asili, sia...

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ROVIGO - Per alcune scuole materne di Rovigo l’anno scolastico che volge al termine potrebbe essere l’ultimo. Il prossimo 30 giugno, infatti, tutti gli asili, sia pubblici che paritari, chiuderanno per l’ultima volta i cancelli prima della pausa estiva, ma per alcune strutture la chiusura sarà purtroppo definitiva. È il caso della scuola materna della frazione di Mardimago, la cui dismissione, come anticipato da una lettera dei genitori resa pubblica nei giorni scorsi, è stata ormai decisa in modo irreversibile, con i pochi alunni-utenti dirottati verso i vicini asili di Sarzano e Boara Polesine. Il rischio chiusura, però, c’è anche per un’altra struttura del territorio comunale, ossia la scuola materna della frazione di Granzette, per la quale sia i genitori dei bambini che attualmente la frequentano, che la Fism provinciale (la Federazione italiana scuole materne guidata dal presidente Mauro Agnoletto, si stanno mobilitando). Tant’è che nella mattinata di sabato scorso, il presidente Agnoletto ha incontrato l’assessore all’Istruzione Benedetta Bagatin proprio per fare il punto della situazione che appare, senza troppi giri di parole, complicata.

LE MOTIVAZIONI
«Il nocciolo del problema - afferma Agnoletto - è che non ci sono più bambini». Un dato di fatto che segna in modo netto il futuro di tutte le strutture paritarie e che produce, a sua volta, una serie di problemi a cascata cui è difficile trovare una soluzione- «Nel momento in cui abbiamo una denatalità così marcata - aggiunge il presidente Fism - e finanziariamente ci sono costi importanti da sostenere, le strade da intraprendere sono due: o si ricaricano le rette in maniera matematica, facendo uscire dei numeri importanti sulle spalle delle famiglie, come successo a Mardimago, o si mettono a punto delle convenzioni significative con i Comuni, come avvenuto a Verona e Treviso per esempio».
È questo, di fatto, l’unico punto sul quale le istituzioni possono intervenire per modificare la rotta verso la chiusura delle strutture. Strada che la Fism, non a caso, sta caldeggiando: «Secondo la convenzione in essere - aggiunge Agnoletto - Rovigo assegna attualmente un contributo di circa 300 euro a bambino frequentante le scuole paritarie. La cifra non è paragonabile alle convenzioni siglate a Treviso, dove il Comune assegna circa 800 euro, e a Verona dove si supera il migliaio».

IL FUTURO
Tuttavia, pur aumentando il contributo dal Comune alla Fism, ciò che più preoccupa è la prospettiva visto che i numeri sono impietosi: a Granzette la sezione è di 13 bambini, ma per salvarla, si punta ad arrivare a 18 iscritti se altri asili paritari saranno disposti a rinunciare a una propria quota di bambini. A Mardimago, dove la parrocchia ha deciso di chiudere definitivamente la struttura, i bambini sono solo 11 «e guardando avanti - aggiunge ancora il presidente - non è che si veda un miglioramento. La denatalità inciderà sempre di più e questo è il risultato delle politiche per la famiglia messe in campo negli ultimi 40 anni».


Tornando alla convenzione tra il Comune e la Fism, è stato uno dei temi affrontati nella riunione di sabato sui quali la stessa Fism ha incassato la garanzia che il contributo per il 2023 non solo rispetterà quanto stabilito dalla convenzione che regola i rapporti tra i due enti, ma con la destinazione dell’avanzo, sarà anche aumentato di circa 6mila euro. «La convenzione precedente - riprende Agnoletto - prevedeva un contributo di 160mila euro l’anno, quella attuale 141mila. Però l’assessore, che stimo, si sta impegnando per implementarla con altri fondi grazie ai quali arriveremo all’importo della convenzione precedente, circa 160mila. Noi, invece, ci troviamo a fare i conti con gli aumenti delle utenze e dell’inflazione e con la rivalutazione dei Tfr dei dipendenti. Inoltre sta variando la tariffa dell’asporto rifiuti, che diventa la Tarip, e si prevede che sarà quasi raddoppiata. In questo contesto di aumenti, le scuole a livello provinciale hanno aumentato le rette di 10 euro». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino