Cartello pro Lgbtq alla scuola media Lozer di Pordenone, l'ira del sindaco: «Superato il limite»

Il cartello alla Lozer di Torre
PORDENONE - Due fogli color arcobaleno, affissi ad una delle porte della scuola media Lozer di Torre che danno verso l’esterno dell’edificio. Due messaggi: uno di pace,...

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PORDENONE - Due fogli color arcobaleno, affissi ad una delle porte della scuola media Lozer di Torre che danno verso l’esterno dell’edificio. Due messaggi: uno di pace, l’altro in grado di incendiare una polemica con protagonista il primo cittadino di Pordenone, Alessandro Ciriani. Un altro caso, ieri mattina, ha scosso una scuola - la Lozer - da tempo al centro delle cronache sia per fatti poco piacevoli che per il cantiere chiamato a ridisegnare le medie di Torre. 


I FATTI


È stata una fotografia, a scatenare il putiferio. A riceverla, tramite una segnalazione, il sindaco Alessandro Ciriani. Nel fotogramma, verticale, si vede una delle porte a vetri della scuola Lozer di Torre. Ci sono due fogli A4 affissi dall’interno e visibili dall’esterno. Il primo fa riferimento alla guerra in corso tra Russia e Ucraina e riporta solamente un messaggio: “Pace”, in lingua inglese. Il secondo, posto al di sotto rispetto al primo, conteneva un messaggio diverso: “Pro Lgbtq”. Una sigla, quest’ultima, che rimanda alla comunità composta da gay, lesbiche, transessuali. Sigla preceduta peraltro dalla scritta “pro”, che sta a significare una presa di posizione a favore del movimento stesso. Un fatto, questo, che ha scatenato la reazione del primo cittadino di Pordenone. 


LO SCATTO


Alessandro Ciriani ha affidato il suo primo pensiero a un post su Facebook scritto di getto nel cuore della notte tra martedì e ieri. «È notte e mi scuso per la pedanteria - ha premesso -. Mi arriva una foto dell’ingresso di una scuola media cittadina dove è stato appeso un disegno con i colori dell’arcobaleno (straordinario fenomeno della Natura) sul quale campeggiano due scritte: Pace e Lgbtq. Ora, già pace è un desiderio retorico per chi stia seguendo le vicende ucraine. Zelensky chiede armi e missili sofisticati e la pace del battaglione Azov si declina con le mitragliatrici. Bene. Ma cosa diavolo c’entra Lgbtq? Tolleranza? Apertura? Ma ai ragazzini di 11-13 anni non può essere garantito il diritto di crescere in pace con le proprie pulsioni, sentimenti, contraddizioni senza che qualcuno si metta di mezzo con il suo carico ideologico? Non spetta ai genitori il diritto di dare indicazioni educative si figli? E se queste sono lgbtq, non vanno garantite anche quelle di chi la pensa diversamente? Soprattutto a quella età. Sarò minoranza, ma tutelo tutti. Non mi verrebbe mai in mente di disegnare una bandiera ucraina e arricchirla con “pace” e “etero”. Contattato ha rincarato la dose: «Sul tema dell’omofobia stiamo nettamente esagerando. Ogni giorno abbiamo vagonate di trasmissioni televisive, di eventi teatrali, di film legati a questo argomento. La scuola non si occupi di questo: lasciamo che i ragazzi crescano secondo il loro orientamento sessuale». 


LA DIRIGENZA


Contattato, il dirigente scolastico è letteralmente caduto dalle nuvole. «Quale cartello, quale foto?». Non ne sapeva assolutamente nulla, Vladimiro Giacomello. A testimonianza di come, sempre secondo Giacomello, non si trattasse di un’iniziativa fatta propria da tutta la scuola, bensì di un qualcosa che arrivava da una classe o dagli studenti stessi. Nel primo pomeriggio, la seconda notizia: il dirigente ha raccolto tutti i dati che è riuscito a raccogliere sulla vicenda, e ha dato disposizioni precise: rimuovere il cartello della discordia.

 

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Il Gazzettino