La scuola sta per iniziare, ma mancano 228 docenti

Sono ancora molte le cattedre da assegnare
ROVIGO - Dei 313 “posti fissi” disponibili in Polesine per fare l’insegnante, appena il 27 per cento è stato assegnato. E così si dovrà...

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ROVIGO - Dei 313 “posti fissi” disponibili in Polesine per fare l’insegnante, appena il 27 per cento è stato assegnato. E così si dovrà ricorrere ancora alle supplenze. Il conferimento delle nomine a tempo determinato (supplenze annuali e supplenze temporanee fino al termine delle attività didattiche) inizierà domani a cura dell’Ufficio scolastico territoriale da graduatorie a esaurimento e delle “scuole polo” sulla base delle graduatorie di istituto per infanzia e primaria.

 
Entro lunedì 10 sarà possibile presentare la “scelta delle istituzioni scolastiche” anche da parte dei docenti, inseriti in seconda fascia delle graduatorie di istituto, che hanno conseguito l’abilitazione entro lo scorso 31 agosto, e per loro il conferimento delle supplenze potrà avvenire dal martedì 11, appena un giorno prima della partenza dell’anno scolastico.
A oggi la situazione è questa: il giorno d’inizio del lavoro dei docenti è stato il primo settembre, ma all’appello mancavano 228 insegnanti. Quindi, con l’inizio delle lezioni sui banchi di scuola il 12 settembre, ora è una corsa contro il tempo per garantire la copertura delle cattedre vacanti. Le scuole con le percentuali più basse di personale a tempo indeterminato sono quelle di frontiera, come succede a Castelmassa, Stienta e Occhiobello. Ed è proprio in questi territori che se i posti vacanti non saranno coperti dalle supplenze, le scuole potrebbero essere in difficoltà a lavorare.
In agosto, all’inizio delle immissioni in ruolo, erano disponibili 188 posti comuni e 125 di sostegno. Il 50 per cento dei posti vacanti poteva essere assegnato ai docenti inseriti nelle graduatorie di merito di concorso 2016 e la metà restante agli insegnanti nelle graduatorie a esaurimento, vale a dire i cosiddetti precari storici della scuola, che partecipano alle assunzioni in pianta stabile. Esaurite queste graduatorie, com’è avvenuto in Polesine, i posti rimasti liberi potevano essere assegnati ad altra classe di concorso, per esempio le graduatorie del percorso Fit (Formazione iniziale e tirocinio). E dopo queste, adesso gli ulteriori posti vacanti sono rimasti per assegnazioni provvisorie e incarichi di supplenza.
I docenti nominati con contratto a tempo indeterminato in Polesine sono stati dodici nella scuola dell’infanzia (due assunti con riserva con apposita clausola risolutiva del rapporto di lavoro, qualora il giudizio di merito sia sfavorevole per il docente interessato), 19 nella scuola primaria (dieci con riserva e clausola risolutiva, ai fini del superamento dell’anno di prova e della conferma in ruolo), 14 nella scuola secondaria di primo grado (due con riserva e clausola risolutiva) e 31 negli istituti superiori. Appena nove su 125 posti disponibili sono state le immissioni in ruolo di docenti di sostegno.
«Nelle scuole medie e superiori, in particolare, si arriverà al fotofinish per i posti di sostegno», rileva con preoccupazione Stefania Botton. Il segretario generale di Cisl Scuola Padova-Rovigo considera una sconfitta per il mondo scolastico la situazione che si è creata. «Continuiamo da anni a chiedere l’attivazione dei corsi di specializzazione, ma senza ricevere ascolto. Ogni anno, di fatto, non si riescono a coprire i posti che sarebbero disponibili: da una parte i bambini hanno docenti non specializzati, dall’altra i docenti si tirano su le maniche per formarsi e garantire il miglior insegnamento possibile, e continuano a vivere il precariato».

Altra questione aperta è quella annosa dei diplomati magistrali che dopo la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso dicembre, si erano visti esclusi dalle graduatorie a esaurimento e relegati a quelle d’istituto, utili solo per le supplenze. «Spero che il concorso riservato ai maestri abilitati sia fatto il prima possibile - commenta Botton - ma resta il fatto che anche i maestri già passati in ruolo, di fatto saranno licenziati, e così non c’è rispetto per la continuità didattica». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino