«Scuola, studenti in aula ad ottobre»: i sindaci del litorale scrivono al ministro

La proposta: in aula ad ottobre (foto d'archivio)
VENEZIA - A scuola in ottobre? La proposta di allungare le vacanze estive per i ragazzi e, di conseguenza, la stagione balneare, era stata ventilata anche negli anni passati, ma...

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VENEZIA - A scuola in ottobre? La proposta di allungare le vacanze estive per i ragazzi e, di conseguenza, la stagione balneare, era stata ventilata anche negli anni passati, ma stavolta, con la pandemia che ha penalizzato le località turistiche e con la necessità di vaccinare i ragazzi, ritorna d'attualità. Tant'è che oggi, alla riunione della giunta regionale del Veneto, l'assessore all'Istruzione e alla Formazione, Elena Donazzan, porrà la questione.

LA RICHIESTA

«Il calendario scolastico - dice Donazzan - è una competenza esclusiva delle Regioni, sta a noi decidere se posticipare il rientro in classe». Una richiesta in tal senso è arrivata da Roberta Nesto, sindaco di Cavallino-Treporti e da circa un mese presidente della Conferenza dei sindaci della Costa veneta, organismo che rappresenta le città balneari da Porto Tolle a Bibione. «Per luglio e agosto ci si aspetta una buona presenza di ospiti - ha detto Nesto riferendosi alle prenotazioni turistiche - l'incognita è per settembre: abbiamo deciso di scrivere una lettera al ministro Garavaglia, chiedendo di posticipare l'inizio della scuola o di favorire la settimana corta». In realtà la lettera andrebbe indirizzata alla Regione, competente in materia. Donazzan non si scompone: «Ben venga la lettera degli amministratori locali, io stessa in passato avevo proposto di posticipare il ritorno in classe addirittura ad ottobre, ma avevo registrato la contrarietà delle famiglie. Ora, vista la situazione determinata dalla pandemia, credo che l'argomento debba essere nuovamente discusso».
Si tratterebbe della seconda modifica dell'anno scolastico 2021/2022: a metà giugno la giunta regionale aveva infatti comunicato che in Veneto i ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado sarebbero tornati in classe lunedì 13 settembre per concludere le lezioni mercoledì 8 giugno 2022, mentre le scuole secondarie di secondo grado avrebbero ripreso giovedì 16 settembre per concludere l'anno venerdì 10 giugno 2022. «In Conferenza delle Regioni - dice Donazzan - è stato chiesto di uniformare le date in tutto il Paese e per tutte le scuole, la data scelta è il 13 settembre». Adesso potrebbe slittare in avanti.

LE VARIANTI

Quanto alla situazione sanitaria, nonostante l'avanzare della variante Delta, il Veneto registra dati che fanno ben sperare, basti pensare che gli ospedali continuano a svuotarsi: ieri, stando al bollettino diffuso dalla Regione, nelle aree non critiche erano ricoverati 238 pazienti e altri 14 erano in terapia intensiva, ma se si considerano i soli positivi al Covid, in rianimazione c'erano appena cinque posti letto occupati. Tra l'altro, nell'ultima giornata non ci sono stati nuovi ricoveri.
I contagi, però, non sono cessati: nelle ultime ventiquattr'ore ci sono stati 66 nuovi casi, di cui 35 a Verona, e attualmente nella regione ci sono 4.544 persone in quarantena. I dati relativi all'incidenza delle varianti sono stati diffusi dall'Istituto Zooprofilattico della dottoressa Antonia Ricci e poi ripresi venerdì nel report dell'Istituto superiore di sanità: se la variante Delta in Italia rappresenta il 22,7% dei casi di contagio accertati, in Veneto è meno della metà, 11,1%. Ma l'aspetto più importante è che, finora, il vaccino funziona, non risultano casi gravi tra le persone che si sono fatte somministrare il siero anti-Covid. Ed è anche per questo che, forniture permettendo, le autorità spingono per aumentare la campagna di profilassi.

I DATI

Per quanto riguarda i vaccini, sabato sono state somministrate in Veneto 38.177 dosi, che portano il totale dall'inizio della campagna di profilassi a 4.330.538, pari al 90,6% delle forniture ricevute dalla sanità regionale. Le persone che hanno già completato il ciclo con il richiamo sono 1.582.398, il 32,6% della popolazione residente, mentre quelle che hanno ricevuto una sola dose sono 2.712.186, pari al 55,9% della popolazione. Da segnalare il sorpasso della classe di età 20-29 anni sulla classe 30-39 almeno per la somministrazione della prima dose: la percentuale è 36,7 contro 35,7.
 

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Il Gazzettino