Scuola appena sistemata: i vandali la imbrattano subito

Le pareti perimetrali delle scuole Felissent imbrattate dai vandali
TREVISO Scritte e disegni osceni lungo tutti i muri perimetrali. Non è un danno di poco conto quello arrecato alle scuole Felissent da un gruppo di vandali. Le pareti...

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TREVISO Scritte e disegni osceni lungo tutti i muri perimetrali. Non è un danno di poco conto quello arrecato alle scuole Felissent da un gruppo di vandali. Le pareti esterne delle medie, fresche di ridipintura e oggetto di interventi in previsione della riapertura, sono state vandalizzate probabilmente nella notte di domenica. Sulle pareti laterali appaiono scritte e disegni osceni, alcuni di grandi dimensioni, fatti con lo spray. Non si tratta certo di street art e, anche per il contenuto, i muri andranno presto ripuliti. Le foto documentano lo stato in cui li ha trovati la dirigente Francesca Magnano lunedì mattina. Un sfregio al superlavoro condotto da docenti, presidi e Comune per poter riorganizzare la didattica con le nuove onerose indicazioni post Covid. «Uno sfregio al nostro lavoro - commenta delusa l’assessore Silvia Nizzetto - e dovremo pure trovare i fondi per ripulire dopo l’onere di tutti questi interventi». 

LA COMUNICAZIONE 
Ieri mattina all’indirizzo dell’assessorato all’istruzione è arrivata la relazione della preside delle Felissent. «A causa di ignoti abbiamo trovato la sede in queste condizioni - scrive in sostanza la preside - chiediamo il ripristino degli intonaci per l’inizio dell’anno scolastico». Agli uffici sono cadute le braccia. «Stiamo facendo i salti mortali per garantire la ripresa in presenza a tutti: un esborso mostruoso e un lavoro di concertazione da capogiro. E poi ci troviamo uno sfregio del genere? Sono davvero senza parole. Qui manca sul serio una buona dose di senso civico - si altera Nizzetto - È un colpo al cuore perché significa che queste persone non capiscono le difficoltà che stiamo affrontando. Davvero fa male vedere cose del genere in un momento in cui tutti stiamo lavorando giorno e notte perché i ragazzi vadano a scuola». 
LO SDEGNO 
Furibondo anche il sindaco Mario Conte che ha postato su Facebook le immagini dello scempio con parole dure. «Stiamo facendo il massimo per sistemare gli istituti in vista dell’imminente inizio dell’anno. Qualche imbecille, però, ha pensato bene di imbrattare muri e vetrate della scuola primaria Felissent con scarabocchi schifosi. Io mi chiedo, perché - ribadisce - Queste sono le cose che mi fanno inviperire perché denotano la mancanza di rispetto per la comunità e una stupidità di base che, purtroppo, in certi casi è un male incurabile. Ora scatteranno le indagini ma il danno c’è e, cosa che mi fa ancora più arrabbiare, dovremo pagarlo tutti noi». Il Comune ha già dato mandato di approfondire la questione: si confida nelle telecamere della scuola o in qualche segnalazione all’interno del quartiere. Tuttavia il Comune dovrà ancora mettere mano al portafoglio. Proprio quando gli interventi più importanti erano stati portati a termine e le scuole era in ordine e pronte ad accogliere gli studenti. 
LA GOGNA SOCIAL 

La reazione al post del sindaco non si fa attendere. La condanna è unanime come l’auspicio (che tale resterà) che ragazzi e famiglie possano risistemare il danno senza spese aggiuntive per la comunità. Altri invece sostengono che il danno vada lasciato, come ammonimento ai ragazzi e di lezione concreta di educazione civica. Il Comune, come è logico, pulirà il danno e ripristinerà i muri, ma non è deciso a lasciar cadere la ricerca dei colpevoli. «Inaccettabile e doloroso vedere una scuola nella quale si è investito molto per renderla accogliente, sicura, decorosa e funzionale per i nostri ragazzi ridotta in queste condizioni. Non ci sono parole e tanto meno attenuanti o scuse - conclude Nizzetto - Qui manca alla base il concetto di educazione, rispetto del bene comune, senso civico e soprattutto senso di appartenenza a una comunità. Lascia davvero molto amareggiati e tristi. Il lavoro di sensibilizzazione con i nostri ragazzi è fondamentale e non è mai abbastanza purtroppo». 
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Il Gazzettino