Scuola, le famiglie non firmano il documento che impone la misurazione della febbre

Verso la ripartenza della scuola
Le scuole pubblicano un documento, chiamato “patto di corresponsabilità”. Con quel documento, chiedono uno sforzo alle famiglie: dovranno dividersi i compiti...

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Le scuole pubblicano un documento, chiamato “patto di corresponsabilità”. Con quel documento, chiedono uno sforzo alle famiglie: dovranno dividersi i compiti per diminuire il rischio di contagio a scuola. Dovranno farlo misurando a casa la temperatura, tenendo comportamenti corretti, rispettando le norme (mascherine, distanze), evitando di accompagnare i figli a scuola con altre persone in macchina. E altro ancora. In calce è richiesta una firma, parametro di base per iniziare il nuovo anno scolastico. Il protocollo è comparso in molte scuole della città, sia pubbliche che private (anche al Vendramini, ad esempio), ma non è andato già a molte famiglie. E così, a pochi giorni dall’inizio delle lezioni, è nato un nuovo caso che rischia di minare il già precario clima di fiducia in vista della ripartenza. 

LA PROTESTA
In città c’è già chi si è rivolto addirittura all’avvocato di fiducia, per passare ai raggi x un documento che ad alcune mamme e alcuni papà è parso eccessivo. «La scuola deve assumersi le proprie responsabilità, non possono essere le famiglie a farsi carico della gestione degli alunni». Queste le motivazioni addotte dai genitori - e sono già decine solo nel capoluogo - che hanno scelto di non apporre la firma in calce al documento di corresponsabilità». Dall’altra parte della staccionata ci sono i dirigenti scolastici, che hanno scelto la strada del protocollo per aumentare quanto più possibile il livello di sicurezza tra le mura degli istituti della provincia. «Il genitore - si legge in un passaggio chiave del documento - dichiara di essere consapevole che, nel momento di una ripresa di attività scolastica/educativa, seppur controllata, non è possibile azzerare il rischio di contagio che, invece, va ridotto al minimo attraverso la scrupolosa e rigorosa osservanza delle misure di precauzione e sicurezza». È in sintesi un vecchio adagio: ognuno deve fare la propria parte, ma l’assunto non è stato digerito. La conferma arriva anche da ambienti di vertice della Regione: «Ci sono famiglie che non firmano». E senza un assenso scritto, si rischia di creare un conflitto tra genitori e mondo della scuola di cui in questo momento forse c’era poco bisogno. Ora si lavora per trovare una mediazione, anche se dalla Regione è arrivata una totale vicinanza rispetto alle ragioni addotte dalle scuole che hanno scelto di presentare il documento alle famiglie. 
LE REAZIONI
«Chi protesta contro un’iniziativa giusta come quella del patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia - ha spiegato l’assessore Alessia Rosolen - dimostra poco senso civico. Ognuno, in questo momento storico, deve fare la sua parte. Tutti abbiamo un ruolo nella lotta alla pandemia e soprattutto lungo la strada che porta a una ripartenza della scuola in sicurezza. Non avrebbe senso scaricare sul sistema dell’istruzione tutti gli oneri legati al contenimento dei rischi. Si tratta di un comparto già in tensione per la ripartenza. Chi dovrebbe controllare i propri figli, le famiglie o gli insegnanti? Non possiamo “spedire” un infermiere in ogni casa per monitorare lo stato di salute dei bambini e dei ragazzi, né possiamo affidare questo compito unicamente ai medici di base o ai pediatri di libera scelta. 
IN PROVINCIA DI UDINE

Intanto a Cervignano è stato registrato un nuovo contagio in ambito scolastico, che è andato ad aggiungersi ai due già rintracciati nei giorni precedenti. All’interno dell’istituto sono scattate già tutte le procedure di sicurezza previste dai protocolli.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino