Scuola, tre casi di bullismo "rosa" nel giro di tre mesi nello stesso istituto

L'istituto Stringher di Udine
UDINE - Ragazze contro ragazze. Il fenomeno del bullismo “rosa” (o presunto tale) sta prendendo sempre più piede anche in Friuli. All’istituto Stringher a...

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UDINE - Ragazze contro ragazze. Il fenomeno del bullismo “rosa” (o presunto tale) sta prendendo sempre più piede anche in Friuli. All’istituto Stringher a Udine, come confermato dalla preside, si sono registrati tre casi nel giro di circa tre mesi. Protagoniste sempre delle alunne. L’ultimo episodio è di lunedì scorso, quando una minorenne, secondo la denuncia formalizzata dai genitori, sarebbe stata picchiata da un’altra adolescente alla fermata del bus e quindi sarebbe dovuta ricorrere al Pronto soccorso. Ma prima di lunedì erano già accaduti altri episodi, con altre studentesse coinvolte. Risalgono a fine marzo, come conferma la preside Monica Napoli, «dei comportamenti di violenza di due ragazze contro un’altra studentessa. Queste due alunne si sono allontanate senza permesso e sono scese al primo piano, aggredendo una ragazza di un’altra classe. Il tutto è stato segnalato da una docente allo staff di presidenza che ha subito redatto il verbale. Abbiamo avviato il procedimento con la contestazione dell’addebito e il consiglio di classe. Le due ragazze sono state sospese». L’11 aprile, un altro provvedimento. «In questo caso - chiarisce Napoli - non c’è stata un’aggressione fisica. Ma queste due ragazze prendevano continuamente in giro una loro compagna. La mamma lamentava che la figlia non veniva serenamente a scuola. Siamo intervenuti subito. Le due ragazze sono state sospese». 


LA DENUNCIA
E poi si è arrivati all’ultimo episodio, che ha visto il culmine lunedì. Ma le premesse, secondo la ricostruzione della vittima, sarebbero risalite a sabato. «Sabato - spiega Napoli - una docente ha trovato una bomboletta di deodorante vuota sulla cattedra e ha chiesto cosa ci facesse lì». Ed è emerso che un’alunna lo avrebbe usato per provocare una fiammata con un accendino. «La ragazza che in seguito è stata picchiata ha detto chi era stato e la cosa si è chiusa lì. La studentessa accusata dell’aggressione sabato non era a scuola». Lunedì mattina, però, è rientrata in classe e sarebbe nata una lite a scuola, finita con uno zaino gettato addosso alla compagna accusata di aver fatto la “spia”. «È intervenuta subito la mia collaboratrice e ha sedato gli animi. Alle 13.30 però mi è arrivata la telefonata della madre: “Mia figlia è stata picchiata fuori da scuola!”. Le ho detto: “Vuole che vada a recuperarla subito?”. Ma la signora aveva mandato sua cognata». È seguita la denuncia. 


La dirigente ha convocato l’alunna sotto accusa. «Le ho detto che non tolleriamo questi comportamenti. Lei mi ha detto che c’era stato questo contrasto e che si era arrabbiata. Ha dichiarato che avrebbe detto all’altra alunna: “Ti aspetto fuori”. Ero allibita. Le ho anche detto: “Sarò anche vecchia, ma mi fa ancora più impressione se cose così succedono tra ragazze”». A questo punto «interverremo per quanto successo dentro la scuola. Quanto accaduto fuori compete all’autorità giudiziaria». Ci sarà un provvedimento disciplinare? «Abbiamo consiglio di classe la prossima settimana. Abbiamo aperto un contraddittorio, poi il consiglio deciderà. Organizzeremo un incontro nella classe interessata. I docenti hanno proposto due lezioni di convivenza civile. Interverrà il responsabile anti bullismo. Non possiamo giustificare tutto questi con la pandemia», dice Napoli. Il rappresentante d’istituto Leonardo ricorda che in una delle ultime assemblee «abbiamo detto a tutti che non devono aver paura a segnalare. Ma purtroppo continuiamo ad assistere a questi episodi». Della vicenda si è interessata l’associazione “I nostri diritti” presieduta da Edi Sanson. La ragazza ritenuta vittima al momento è seguita da una psicologa e ieri ha avuto un lungo colloquio.

 

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Il Gazzettino