Multati 4 educatori no-vax della "scuola alternativa": erano senza Green pass

Lo stabile di vicolo Zanella a Povegliano
POVEGLIANO - Il contratto non era stato registrato. E all’interno sono state trovate almeno quattro persone, tutte adulte, senza il necessario Green pass. È questo il...

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POVEGLIANO - Il contratto non era stato registrato. E all’interno sono state trovate almeno quattro persone, tutte adulte, senza il necessario Green pass. È questo il quadro che ha fatto scattare le multe per la “scuola alternativa” di vicolo Zanella, laterale di via Molinella, poco distante dal centro di Povegliano. I cittadini la indicano come la scuola dei No vax, ma i diretti interessati hanno sempre rifiutato questa etichetta. Le sanzioni staccate dalla polizia locale di Ponzano e Povegliano, però, sembrano dire altro. 



L’ATTIVITÀ
Le attività sono iniziate lo scorso ottobre, quando la vecchia casa lungo vicolo Zanella, rimasta disabitata per anni, è stata trasformata nella nuova sede dell’associazione Real human rights, gruppo con base in Ungheria e “filiale” italiana a Gruaro (Venezia). Tecnicamente si tratta di un centro ricreativo privato. Ma in realtà funziona come una sorta di “scuola alternativa” messa in piedi attraverso il sistema dell’educazione parentale. Da un giorno all’altro, infatti, chi abita nelle vicinanze ha iniziato a vedere ogni mattina una fila di famiglie che accompagnavano i propri figli all’interno della casa. In tutto una trentina di ragazzi in età da elementari e medie. Oltre alla preoccupazione di alcuni residenti, la nuova “scuola” ha attirato anche l’attenzione della polizia locale. E alla fine dell’anno scorso sono scattati i controlli nella struttura per verificare che fosse tutto in ordine. L’impatto non è stato dei migliori. Gli agenti che hanno bussato alla porta dell’abitazione di vicolo Zanella hanno trovato quattro volontari dell’associazione senza il Green pass. Non erano in possesso della certificazione verde che in quel frangente poteva essere ottenuta non solo dopo la vaccinazione anti-Covid o la guarigione ma anche, in via temporanea, a fronte di un tampone con esito negativo. «Anche per accedere a un circolo privato è obbligatorio avere il Green pass – chiarisce Mosè Crema, comandante della polizia locale di Ponzano e Povegliano – di conseguenza sono state elevate le relative sanzioni per i quattro adulti che non erano in possesso della certificazione verde». Già lo scorso ottobre, dopotutto, i volontari che accoglievano i ragazzi avevano bollato il Green pass pensato per arginare l’epidemia da coronavirus come «una delle massime discriminazioni». Non basta. L’associazione non è risultata in regola nemmeno con il contratto. Qui la questione è più tecnica. Ma il risultato è stato lo stesso. L’abitazione è stata messa a disposizione del gruppo attraverso un comodato d’uso gratuito. «In questo caso il contratto deve comunque essere registrato – specifica Crema – o attraverso l’Agenzia delle Entrate oppure attraverso una comunicazione al Comune». Invece non risultava né da una parte né dall’altra. Così è arrivata una sanzione amministrativa pari a poco più di 200 euro. 
LA POSIZIONE

Il sindaco Rino Manzan, primo cittadino No pass, già protagonista della manifestazione di Vittorio Veneto contro la certificazione verde accanto al cantante Povia, ha seguito ogni passaggio. «Dopo l’intervento dei nostri vigili, però, non ho avuto altre notizie del circolo ricreativo privato», taglia corto. Quel che è certo è che nemmeno Manzan condivide l’obbligatorietà del Green pass. Tanto che a suo tempo aveva deciso di non timbrare la circolare per ricordare ai dipendenti del municipio la necessità di avere la certificazione verde: «Non firmo una circolare di stampo fascista e hitleriano». Le multe, comunque, non hanno fermato l’attività della “scuola alternativa” di Povegliano. I genitori iscritti all’associazione Real human rights che hanno tolto i loro figli da scuola attivando l’educazione parentale continuano a portarli ogni mattina nella struttura di vicolo Zanella. «Il numero di ragazzi è anche aumentato – tirano le fila alcuni residenti – e a volte le attività vanno avanti fino a tarda sera». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino