Rovolon. Il cuore di Napoli festeggia sui Colli: cento tifosi uniti per lo scudetto con Bigon e De Giovanni

Grande festa al ristorante Montegrande organizzata dal Napoli Club Padova

ROVOLON (PADOVA) - «Siamo napadani, sia napoletani che padovani», così si descrivono i cento tifosi del Napoli Club Padova che ieri hanno festeggiato la...

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ROVOLON (PADOVA) - «Siamo napadani, sia napoletani che padovani», così si descrivono i cento tifosi del Napoli Club Padova che ieri hanno festeggiato la vittoria scudetto al ristorante Montegrande di Rovolon. Un'occasione non solo per gioire assieme del ritrovato scudetto a distanza di 33 anni, ma anche per testimoniare l'identità dei tanti napoletani che hanno messo radici nel padovano, e si ritrovano regolarmente nelle due sedi padovane di Tencarola e Montegrotto. Non poteva mancare il padovano Alberto Bigon, giocatore di successo prima al Padova e poi al Milan, con cui vinse anche la Coppa delle coppe, e storico allenatore che nel 1989/90 guidò gli azzurri di Maradona alla vittoria del secondo scudetto, combattuto fino all'ultima giornata.

La soddisfazione

«Spesso quando si parla di quello scudetto come lo scudetto di Maradona, Diego è stato fondamentale ma senza il collettivo non avrebbe fatto nulla - spiega Bigon -. La stessa cosa per il Napoli di quest'anno: tutta la squadra ha portato Osimhen e Kvaratskhelia a fare quello che hanno fatto. Nel calcio senza compagni non si va da nessuna parte». Bigon è il testimone perfetto del legame che unisce il capoluogo partenopeo alla città del Santo, ha vissuto la vittoria di quest'anno con grande emozione «è stata un'esultanza diluita nel tempo: eravamo già pronti quando la Salernitana ha pareggiato all'ultimo minuto poi ci siamo dovuti ripreparare, ma l'importante è stato portare a casa lo scudetto». Poi il ricordo degli anni a Napoli. «Al di là della storia calcistica - prosegue Bigon - ho avuto modo di conoscere persone incredibili, Napoli è una città con un alto livello culturale e ho conservato amicizie e ricordi importantissimi». A margine commenta com'è cambiato il calcio da quando allenava: «Oggi ci sono altri valori tecnici, fisici ed economici: una volta la tecnica era padrona del calcio, oggi serve fisico e sono cambiati i valori economici perché le cifre sono ben diverse con tanti zeri in più, la tattica è diventata esasperante e i giocatori hanno cambiato mentalità». Seduto allo stesso tavolo di Bigon c'è lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni, tifoso sfegatato del Napoli e vessillo della cultura napoletana nel mondo, con Bigon parlano di calcio, commentano con entusiasmo lo scudetto vinto con largo anticipo, ma anche l'importanza che questo successo ha avuto per la città partenopea. «Questo scudetto è stato del tutto inatteso - afferma lo scrittore -, ma contrariamente al passato non è lo scudetto del riscatto: Napoli è già una grande capitale d'Europa visitata da milioni di turisti, in un grande momento di rinascita culturale e ripresa delle sue tradizioni in tutti i campi, questo scudetto illumina ancora di più una città già consapevole di sé stessa». De Giovanni è membro onorario del Napoli Club Padova, dove ha tantissimi amici. «La bellezza dei napoletani fuori da Napoli è quella di mantenere intatta la loro identità culturale, mescolandola con quella del territorio dove vivono», conclude De Giovanni.

Il gruppo

Più che una festa scudetto quella di ieri è stata la festa dei napoletani padovani, che hanno nel Napoli Club il punto di riferimento. Dal 2014 in cui è stata formalizzata la nascita del gruppo, i membri non si limitano a trovarsi per guardare le partite, ma promuovono la conservazione e l'inculturazione della loro napoletanità a Padova. «Il nostro compito è di abbinare la testimonianza sportiva a quella culturale - spiega il presidente Simone Angrisani -. Ogni anno organizziamo un evento di confronto con tutti i padovani con spettacoli teatrali, presentazioni di libri, spettacoli musicali e gite culturali. Viviamo a Padova da decenni e ci sentiamo padovani, ma manteniamo il legame forte con Napoli. Personalmente - conclude il presidente - mi ritrovo puntualmente a far da guida turistica a Palazzo della Ragione per gli amici napoletani e guida a Napoli per gli amici padovani, non c'è nulla di più bello di unire le culture». La festa è stata accompagnata dal duo musicale "Posteggia novecento napoletano", parola che deriva da "puosto": luogo occupato da chi svolge un'attività rivolta al pubblico. Proprio come nei locali partenopei il duo si sposta di tavolo in tavolo deliziando gli ospiti con canzoni classiche napoletane, macchiette e tarantelle che uniscono tutti. Quando il padovanissimo Silvano Cristofanon, proprietario del ristorante Montegrande, canta "O sole mio" in un napoletano quasi perfetto, Padova e Napoli sembrano vicinissime. 

 

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Il Gazzettino