Scritte No Vax sui muri a Treviso, caccia al vandalo dei muri

Una delle scritte no vax a Treviso
TREVISO - La mano è sempre quella. La grafia delle lettere, la bomboletta di vernice, anche gli stessi slogan, si ripetono e sono praticamente sempre uguali. Le forze...

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TREVISO - La mano è sempre quella. La grafia delle lettere, la bomboletta di vernice, anche gli stessi slogan, si ripetono e sono praticamente sempre uguali. Le forze dell'ordine di Treviso sono ormai convinte che chi da settimane riempie i muri della città, purtroppo anche delle scuole, di scritte contro i vaccini, sia sempre la stessa persona. Un solo vandalo no vax molto deciso, determinato sia a diffondere il suo messaggio, sia a tenere sulla corda un po' tutti. E, per il momento, imprendibile.


TENSIONE

L'indagine è nelle mani della Digos che sta esaminando le scritte e scandagliando le infuocate chat dei no vax trevigiani e non dove, in forme anche poco velate, si invita alla resistenza e a diffondere il distorto verbo contro l'unica vera cura al Covid. Molto probabilmente chi, notte tempo prende in mano la bombolette e imbratta di frasi deliranti i muri cittadini, quanto meno legge queste pagine dai contenuti deliranti che proliferano su vari social. Poi colpisce. E lo ha già fatto decine di volte. Anche la Polizia locale cittadina raccoglie indizi ed elementi per sostenere l'inchiesta. Il reato commesso al momento prevede una forte ammenda, si parla di imbrattamento di strutture pubbliche, senza contare il messaggio assolutamente negativo e che le autorità vorrebbero stroncare al più presto.


LA STRATEGIA

Il vandalo prende di mira zone specifiche. Ha iniziato con la periferia e ora si sta avvicinando al centro. Prima di tutto le scuole, sopratutto elementari, come quelle del quartiere di Santa Bona e Monigo. Lascia brevi frasi tipo il vaccino uccide e una sorta di firma: una W inserita in un cerchio. È stata vista più volte. La notte tra domenica e lunedì ha colpito a Sant'Antonino, imbrattando il muro di cinta dell'ex caserma dei Vigili del fuoco. Il posto è abbandonato da anni, ma si trova lungo una delle strade più trafficate della città. Le scritte, anche di piccole dimensioni, sono comparse anche vicino al Duomo, sempre tracciate con vernice o pennarelli rossi. Gli investigatori escludono che si tratti di una banda o di un gruppo organizzato. Propendono invece per una sorta di Primula rossa che attende il cuore della notte per entrare in azione.


LA SFIDA

L'idea che sia in atto una sorta di sfida ormai sta prendendo sempre più piede. A Ca' Sugana, dove il sindaco Mario Conte sta seguendo con particolare interessa tutta l'indagine, ne sono ormai convinti: «Non può essere che una sfida alle autorità e alle istituzioni - osservano dall'amministrazione - prova ne è che per ben due volte ha imbrattato il muro principale dello stadio di Rugby (dove gioca il Benetton e la nazionale quando è di passaggio per Treviso, ndr). Noi siamo andati a ripulire in entrambi i casi. E lui è sempre tornato. È sicuramente una persona molto convinta di quello che fa. Ma lo vogliamo individuare al più presto». Altra particolarità: Polizia locale e Digos stanno passando al setaccio le telecamere della rete di video-sorveglianza senza trovare nulla. I punti dove sceglie di lasciare i suoi messaggi non sono sempre coperti da un occhio elettronico. E questo fa pensare che non si muova a caso, ma seguendo un piano. La volontà soprattutto della Polizia locale è di intensificare i controlli. Intanto le ricerche non si fermano, la caccia continua. Si attende un errore o che qualcuno, prima o poi, noti il vandalo in uno dei suoi raid.

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Il Gazzettino