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Le scritte non ci sono più, le preoccupazioni invece rimangono. In quartiere San Odorico ieri mattina due giovani ragazze hanno completato la pulizia del campanile dalla scritta in arabo “Non vi è alcun Dio al di fuori di Allah” che una mano misteriosa aveva realizzato usando una bomboletta spray, la notte del 5 ottobre scorso, scoperta dal parroco Don Boris Bandiera l’indomani mattina.
LA PULIZIA
Sabato scorso un gruppo di volontari della parrocchia, tra loro l’ex assessore comunale Maurizio Coan, avevano tolto, a forza di olio di gomito, buona parte della scritta, mentre ieri mattina hanno completato l’opera due esperte. Giovani studentesse fresche della laurea triennale in restauro che hanno concluso, si spera definitivamente, la pulizia che a metà giornata risultava ancora umida, ma che ha lasciato intatti i mattoni del campanile. Laura, poco più che ventenne, residente nel quartiere, si era offerta volontaria, poi affiancata da un’amica che l’ha aiutata nell’intervento.
LE SCRITTE
Già un paio di giorni dopo il fattaccio i parrocchiani avevano preferito nascondere la scritta inneggiante ad Allah coprendola con uno striscione dell’Afds, i donatori di sangue. È scomparsa poi anche l’altra scritta araba, quella scoperta in un secondo momento nel lato del sottopasso ferroviario che guarda a via Balliana, a poche decine di metri dal piazzale della chiesa.
I TIMORI
Nei giorni successivi alla scoperta delle due scritte, Don Boris Bandiera si era affrettato a ribadire che non esistono tensioni note tra residenti cristiani e musulmani, o in generale tra le varie etnie, dicendosi certo che si trattasse solo di una bravata, sottinteso: giovanile. Del resto, proprio la zona della parrocchia e del suo oratorio ha vissuto anche di recente più di qualche tensione a causa di un gruppo di giovinastri, allontanati dai responsabili dell’oratorio. Tra loro, più di qualcuno, richiamato dal parroco per eccessivi rumori e grida in un luogo di fede, aveva tranquillamente risposto che quella non era la sua di fede. Ora nel quartiere serpeggia un po’ di preoccupazione. Il riacuirsi delle tensioni tra israeliani e palestinesi danno da pensare anche nel tranquillo quartiere sacilese. Anche perché più di qualcuno non è affatto convinto che ad agire siano stati ragazzi. Commenta un cittadino che preferisce non comparire: «Per altri episodi, estivi, si poteva pensare a giovani fuori casa fino a tardi, ma stavolta è successo a scuole iniziate, in piena notte. Forse non sono proprio ragazzini». Ormai è quasi un anno che in quell’area si susseguono episodi contro la cristianità: il furto della statuina del Bambin Gesù dal presepe esterno alla chiesa, il tentativo di furto in canonica, le croci di legno divelte nel vicino cimitero. Tutti episodi che potrebbero anche far pensare a uno o più soggetti che non inneggiano solo al loro Dio, ma odiano anche quello degli altri.
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