Odio islamista in città, dal Viminale: «Controlli a tappeto in tutto il Friuli»

L'accelerazione dopo i tre episodi concatenati: scritte musulmane e bandiere d'Israele oltraggiate

Odio islamista in città, dal Viminale: «Controlli a tappeto in tutto il Friuli»
È il primo fatto concreto dopo le prese di posizione e le promesse, arrivate sia dal Parlamento che dal governo. L’attenzione dell’Esecutivo per quanto successo...

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È il primo fatto concreto dopo le prese di posizione e le promesse, arrivate sia dal Parlamento che dal governo. L’attenzione dell’Esecutivo per quanto successo nelle ultime settimane a Pordenone è alta non solo a parole. Il ministero dell’Interno, infatti, ha “consigliato” (volutamente tra virgolette) agli uffici del governo del Friuli Occidentale (ma l’auspicio è valido anche per la provincia di Udine) di intensificare i controlli e la vigilanza nei luoghi definiti a rischio almeno durante tutto il periodo delle festività natalizie. Al momento, invece, non è previsto un dispositivo ad hoc per i luoghi nei quali è esposta la bandiera di Israele. 


IL PUNTO
A relazionare le forze dell’ordine e di riflesso anche la cittadinanza è stato il prefetto di Pordenone, Natalino Domenico Manno. Lo ha fatto nell’ultimo comitato per l’ordine e sicurezza che si è tenuto in Prefettura. Si parlava anche del Natale e delle misure di sicurezza da applicare alle manifestazioni che si svolgeranno in tutta la provincia da oggi fino al 6 di gennaio. Ma l’attenzione si è inevitabilmente rivolta anche ai fatti più recenti, cioè alla serie di episodi che hanno interessato da vicino la comunità islamica e in particolare la sua componente giovanile. «Su indicazione ministeriale - ha spiegato il prefetto di Pordenone, Natalino Domenico Manno - rafforzeremo i dispositivi di sicurezza nelle aree caratterizzate da una maggiore aggregazione. Non solo le piazze del Natale, ma anche i luoghi di culto e alcune aree definite sensibili». Sull’attenti anche i vertici della base Nato, dal momento che i cittadini americani all’estero sono da anni ritenuti obiettivi sensibili da proteggere. 


IL PANORAMA
Ad intervenire sulla scia di messaggi d’odio fatti recapitare al territorio da un gruppo di giovani di religione musulmana è stato ieri il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. «Seguo con la massima attenzione quanto sta accadendo a Pordenone - ha detto il rappresentante del governo Meloni e unico ministro del Friuli Venezia Giulia -. Non dobbiamo assolutamente sottovalutare il susseguirsi di atti vandalici che sembrano avere connotazioni di carattere politico legate a quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza e al terribile attacco di Hamas ad Israele. Condivido le preoccupazioni del questore Carrocci e assicuro la massima collaborazione». Il filo diretto con il ministro dell’interno Matteo Piantedosi è stato garantito in molte altre occasioni e non mancherà nemmeno in questo caso. 

Imbrattato Palazzo Klefisch di Pordenone. Una macchia di vernice rossa dove veniva proiettata la bandiera di Israele


GLI SVILUPPI


Intanto il lavoro della Questura di Pordenone va avanti. Nelle ultime ore ci si sta concentrando anche sui contenuti della canzone abbinata dai giovani musulmani all’azione compiuta sulla facciata del municipio cittadino. Nulla di penalmente rilevante, per quanto riguarda le note della canzone, ma si prova a capire se possa essere connessa ad un’effettiva radicalizzazione del gruppo di minorenni. Il caso di Pordenone, con la bandiera di Israele strappata dalla facciata del municipio da parte di un gruppo di giovani che in sottofondo hanno accompagnato il gesto con una canzone trap in arabo inneggiante a Saddam Hussein, è arrivato anche in Parlamento. E questo grazie a un intervento del deputato Emanuele Loperfido. Dal suo scranno di Montecitorio, l’esponente dei meloniani ha acceso i riflettori su quanto sta succedendo nel Friuli Occidentale. «Tolleranza zero verso questi atti vergognosi. Come Fratelli d’Italia condanniamo fermamente il gesto, paurosamente riconducibile a gesta di Hamas, oltre che la sua spettacolarizzazione tramite video. Ci sia una condanna unanime, senza infingimenti e tentennamenti», ecco un estratto dell’intervento alla Camera dei deputati.

 

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Il Gazzettino