Scritta fascista a Ranzano: memoria storica o apologia del Ventennio? Il caso finisce in Consiglio

Scritta fascista a Ranzano: memoria storica o apologia del Ventennio? Il caso finisce in Consiglio
FONTANAFREDDA - Il rinnovo della ormai famosa scritta fascista di Ranzano approderà, a distanza di un anno e mezzo dal suo restauro, in consiglio comunale. Sulla questione...

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FONTANAFREDDA - Il rinnovo della ormai famosa scritta fascista di Ranzano approderà, a distanza di un anno e mezzo dal suo restauro, in consiglio comunale. Sulla questione i consiglieri Claudio Peruch, Paolo Bertossi e Sonia Chiarotto delle civiche Idee in comune e Cittadini hanno presentato infatti una mozione con lo scopo di dare vita ad un dibattito sulla vicenda e impegnare il sindaco a verificare la sussistenza della prefigurazione di reato contro il patrimonio storico o contro la legge Scelba. Sulla scritta era intervenuta lo scorso 25 Aprile anche l’Anpi chiedendo formalmente al sindaco di farla rimuovere, dopo aver criticato da subito l’opera di restauro. 


I dettagli

La scritta era stata riportata a nuovo nel gennaio dello scorso anno da un imprenditore appassionato di restauri che sentito il padrone dell’abitazione – nel frattempo deceduto – si era offerto di riportarla a nuovo a proprie spese. La pubblicazione dell’intervento nella pagina Facebook fece esplodere il caso anche a livello nazionale. La scritta ricordiamo recita: “Questo è il tempo in cui bisogna sentire l’orgoglio di vivere e di combattere”. Secondo i consiglieri tale scritta «posta all’interno di caratteristico riquadro, riporta, adattandola, una frase estratta dal messaggio per il XIII annuale della Marcia su Roma di Benito Mussolini». Di fatto è una delle frasi previste dal regime fascista per la parte esterna delle abitazioni. «Per forma e contenuto – ricordano i consiglieri - il rimando al regime fascista è evidente. Ogni tentativo di decontestualizzare è malafede. In secondo luogo, se mai si fosse trattato di bene soggetto a tutela del patrimonio storico-culturale (del cui eventuale iter di riconoscimento non è giunta notizia), non è ammissibile l’iniziativa privata per il - dichiarato – restauro, rimanendo in capo alla Soprintendenza la valutazione di merito e l’operazione di intervento. In terzo luogo, stante l’immediata riconoscibilità e riconducibilità formale e sostanziale dell’iscrizione, infelicemente rinnovata in data prossima al Giorno della memoria e in una frazione del nostro comune in cui proprio per l’azione fascista avvenne l’uccisione di cittadini e membri della Resistenza, si solleva anche una non meno rilevante questione morale. Così sulla vicenda si aprono dunque diversi problemi: l’opportunità morale e materiale e dunque la responsabilità anche politica; l’eventuale prefigurazione di reato di danneggiamento di patrimonio storico infine l’eventuale attuazione di una condotta in spregio o violazione della legge Scelba. In sintesi, se questa azione di ripristino della scritta mussoliniana non può considerarsi restauro di patrimonio storico va conseguentemente ritenuta azione incauta finalizzata all’apologia del fascismo».

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L’azione

Da qui la proposta con la richiesta affinché il consiglio comunale «renda nota alla cittadinanza la propria motivata posizione. Dia inoltre mandato al sindaco di avviare attraverso le istituzioni formali indagini per valutare il configurarsi dei reati e delle violazioni sopra menzionate dando infine al sindaco e alla giunta un tempo congruo per dare una risposta».

 

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Il Gazzettino