Scorzé, San Benedetto: 150 dipendenti finiscono in cassa integrazione per due anni. «Dal 1° gennaio 2023»

Scorzé, San Benedetto: 150 dipendenti finiscono in cassa integrazione per due anni. «Dal 1° gennaio 2023»
SCORZE’ - Con il nuovo anno si profila la Cassa Integrazione Straordinaria alla San Benedetto di Scorzè e alla succursale di Paese. Il provvedimento pare sia stato...

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SCORZE’ - Con il nuovo anno si profila la Cassa Integrazione Straordinaria alla San Benedetto di Scorzè e alla succursale di Paese. Il provvedimento pare sia stato programmato dalla ditta di Viale Kennedy ancora tempo addietro per pianificare la riorganizzazione aziendale e adeguare nuove competenze in sintonia con l’aggiornamento delle ultime tecnologie. La Fai Cisl e la Flai Cgil Venezia/Treviso in questi giorni hanno redatto un comunicato sindacale datato 13 dicembre e indirizzato a tutti lavoratori, operai e impiegati, a seguito delle decisioni che potranno essere adottate dalla fabbrica di Scorzè dal 1° gennaio 2023 per protrarsi fino al 2024. Nel volantino le sigle sindacali scrivono che “…a seguito degli incontri in merito alla richiesta Cassa Integrazione Straordinaria, con rammarico sino a oggi non abbiamo ancora raggiunto un accordo tra le richieste aziendali e le nostre proposte…”.

Il provvedimento

Il provvedimento coinvolgerebbe in tutto 150 lavoratori, 85 del settore impiegatizio e 65 in quello produttivo. Tra questi nel sito di Paese i dipendenti coinvolti sarebbero 20. “Mi auguro che le richieste dei sindacati vengano accolte – aggiunge il sindaco di Scorzè Nais Marcon – in modo che vengano salvaguardati tutti i lavoratori”. Di seguito il numero delle persone coinvolte in alcuni settori: area amministrativa, contabilità, controllo gestione clienti 15 unità sul totale; area controllo qualità, microbiologico, chimico 6 ; area innovazione e tecnologica 8; area risorse umane, servizi generali-facility 12; area vendite customer e marketing 10; supply chain acquisti 18. Infine l’ area produzione manutenzione 16 operatori sul totale. Probabilmente, spiegano i sindacalisti, potrebbero esserci degli esuberi per i quali sarà necessario provvedere con altre collocazioni sia nel settore produttivo che in quello amministrativo e poi dovrà esserci un ripensamento per la produttività del periodo estivo.

Si parla peraltro di un ricambio di unità operative per una quarantina di lavoratori che hanno ormai accumulato anni e anni di servizio all’interno della fabbrica. Finora si sono avuti due incontri tra la direzione e le rappresentanze sindacali che invocano trasparenza delle informazioni, tutela economica e salvaguardia dei posti di lavoro per tutte le persone interessate loro malgrado. Un terzo incontro è previsto per lunedì prossimo. Attualmente nella sola fabbrica di Scorzè si contano in tutto 970 dipendenti e in quella di Paese 120.

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Il Gazzettino