Saluta gli amici dopo una cena, lo trovano morto in strada

Enrico Giacetti, 46 anni,morto mentre stava tornando a casa in bicicletta da una cena da amici
SCORZÈ - Trovato morto a bordo strada, accanto alla sua bicicletta, in piena notte e con il volto insanguinato. Ma le cause sono ancora avvolte nel mistero. È un...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
SCORZÈ - Trovato morto a bordo strada, accanto alla sua bicicletta, in piena notte e con il volto insanguinato. Ma le cause sono ancora avvolte nel mistero. È un vero e proprio giallo il ritrovamento del corpo di Enrico Giacetti, architetto noalese di 46 anni, che avrebbe compiuto a fine mese. Il fatto è avvenuto in centro a Scorzè, in via Cercariolo, ma in un orario in cui la principale strada che attraversa il paese era praticamente deserta. L’allarme è scattato dopo l’una di notte, lanciato da un passante e il decesso sarebbe avvenuto nei minuti immediatamente precedenti alla scoperta della tragedia. Mercoledì sera Giacetti era stato a cena da amici poco lontano. Una serata normale, in allegria, come piaceva a lui, poi la tragedia, probabilmente mentre pedalava sulla via del ritorno. Lo hanno trovato riverso a terra bordo strada, a fianco alla sua bici, con il volto insanguinato, quando era ormai troppo tardi per tentare di salvarlo.

 
NESSUN INDIZIO
Ma non è chiaro cosa sia successo prima: forse una caduta, magari provocata da un malore. Non è del tutto escluso nemmeno l’incidente che avrebbe coinvolto altri mezzi, dei quali però sul posto non è stata trovata traccia. A parte qualche piccolo frammento di plastica, che è stato posto sotto sequestro insieme alla bicicletta dai carabinieri di Scorzè intervenuti sul posto per gli accertamenti del caso: potrebbe, ma al momento è solo un’ipotesi, appartenere a un mezzo che si sarebbe trovato sul posto al momento dell’incidente, se non addirittura averlo provocato, urtando il ciclista o travolgendolo, per poi dileguarsi. Le indagini sono in corso e non sono al momento aiutate da testimonianze dirette di residenti o passanti, vista l’ora tarda. Sul corpo del povero Enrico è stata comunque disposta l’autopsia, che potrà chiarire le circostanze della morte ed eventualmente escludere il malore. Circostanza a cui però già credono poco i famigliari: Enrico godeva di piena salute e non aveva mai avuto problemi fisici. Le ferite al volto potrebbero non dare le risposte cercate, procurate probabilmente nella caduta successiva.
Esclusa invece l’aggressione per motivi di rapina o altro, dal momento che non sono stati riscontrati sul corpo segni di violenza esterna. L’episodio è avvenuto quasi di fronte al Face Art bistrot, frequentato locale di via Cercariolo che però in quel momento era chiuso, osservando solo orario giornaliero. Il ciclista ci stava dunque solo passando dinanzi. Enrico Giacetti si spostava spesso in bici, soprattutto per motivi di svago: amante della compagnia, non disdegnava serate insieme ai tanti amici che lui, originario di Noale, aveva soprattutto a Robegano e Scorzè.
DALL’EDILIZIA AL DESIGN

Giacetti abitava con la madre Maria in via Mestrina, poco oltre l’incrocio del Pioppeto, in comune di Noale. Un bravo architetto e art designer, appassionato di interni e arte in genere. Dedicava il tempo libero alla creazione di monili e oggetti in legno o altri materiali: laureato allo Iuav di Venezia, il suo lavoro nel disegno e nell’arte iniziò per hobby, nel poco tempo ricavato all’impresa edile di famiglia dove iniziò a lavorare dopo la laurea. Con lui anche i numerosi fratelli, che poi, con la chiusura della ditta, nel 2009, presero ognuno una strada diversa. Giacetti poté finalmente dedicarsi alla sua passione e i risultati non si fecero attendere: il suo primo progetto fu un tavolo in acciaio satinato e piano in vetro, seguito da altri modelli, con alcuni dei quali riuscì ad esporre in fiere campionarie, saloni e concorsi internazionali. Negli ultimi anni Giacetti fu costretto a diversificare la produzione, introducendo nel suo portfolio nuove forme di arte utilizzando materiale di recupero proveniente da cantieri edili. Una sorta di ritorno alle origini, con quei materiali ai quali aveva lavorato anni prima grazie al padre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino