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Mestre (Ve) - Operazione congiunta di carabinieri, Nucleo Ispettorato lavoro di Venezia e Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Treviso: nell’ambito delle attività svolte interforze sul quartiere Piave di Mestre oggi - 13 maggio - i militari hanno denunciato un cittadino originario del Bangladesh K.R.I. classe 1983, ma residente a Mestre da anni e titolare dell’albergo “Giovannina” di via Dante. L’albergo è posizionato in pieno centro a Mestre, in una zona che collega via Piave con via Cappuccina ed è gestito da una famiglia del Bangladesh, ma all’interno degli ambienti si riscontrava ogni tipo di violazione. I Carabinieri, consapevoli di dover controllare minuziosamente un intero albergo, con decine di camere da ispezionare in rapida successione temporale, in modo da assicurare le eventuali fonti di prova, mettono in campo una potenza di fuoco all’altezza. Alle pattuglie in uniforme si affiancano le unità in abiti civili, alle quali si sono aggiunte le unità specializzate dell’Arma in materia di lavoro e sanità, fornite dal Nucleo Ispettorato Lavoro Carabinieri di Venezia e dei N.A.S. di Treviso, che hanno potuto lavorare così con la necessaria cornice di sicurezza. Gli operatori, pur ormai avvezzi ad ogni tipo di situazione di degrado, stentavano a credere a ciò che gli si mostrava: si evidenziavano infatti palesi e numerose violazioni in materia di sicurezza e igiene dei luoghi di lavoro, tali da non consentire la prosecuzione delle attività in corso. La sporcizia, il degrado, le carenze strutturali, il cattivo odore, la mancanza delle più elementari condizioni di sicurezza, le pessime condizioni igienico-sanitarie dei luoghi di lavoro, l’assenza di idonei mezzi antincendio, e addirittura la presenza di cavi elettrici scoperti, senza alcuna protezione, esponevano i lavoratori occupati a elevati rischi per la loro incolumità. Organizzato quindi un adeguato dispositivo, gli uomini dell’Arma accedevano di buon ora alla struttura, controllando simultaneamente tutti gli ambienti comuni e le camere, con i loro rispettivi occupanti. Dell’elenco delle potenziali violazioni in materia di lavoro e di sanità non mancava quasi nulla: Omessa valutazione dei rischi/informazione/formazione dei lavoratori, omessa dotazione presidi sanitari, omesse revisioni impianti, mancate esposizioni cartellonistiche di legge. Al termine del complesso controllo, l’immobile è stato sottoposto a sequestro preventivo, mentre per il titolare scattava la denuncia di carattere penale e 72.000 euro di sanzioni amministrative.
Il Gazzettino