Venezia. Mancavano 4 scontrini in 5 anni, la gelateria Nico riapre: «Eccellenza non evasore. Certe infrazioni possono accadere»

Venezia. Mancavano 4 scontrini in 5 anni, la gelateria Nico riapre: «Eccellenza non evasore. Certe infrazioni possono accadere»
VENEZIA - Dopo la chiusura scattata giovedì, la storica gelateria “Nico”, alle Zattere, ha riaperto la serranda ieri mattina, riprendendo ad accogliere la...

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VENEZIA - Dopo la chiusura scattata giovedì, la storica gelateria “Nico”, alle Zattere, ha riaperto la serranda ieri mattina, riprendendo ad accogliere la propria clientela e lasciandosi alle spalle quanto accaduto.


Il plateatico esterno, posizionato all’ingresso, è regolarmente tornato al suo posto, come pure quello più ampio e suggestivo, “sospeso” sul canale della Giudecca, che ha potuto ospitare di nuovo gli avventori provenienti da tutto il mondo. Il titolare Maurizio Mutti non ha voglia di tornare su quanto avvenuto in questi giorni. Lo sguardo è già proiettato sulle giornate a venire, da affrontare con rinnovato entusiasmo e professionalità. 

LA CHIUSURA

La chiusura che è stata imposta alla gelateria a causa di quattro scontrini non emessi nell’arco di cinque anni, sembra essere qualcosa a cui nessuno, all’interno del locale, vuole più pensare. A commentare l’episodio è Ernesto Pancin, direttore Aepe, di cui “Nico” è associato. Gelateria che lui stesso definisce «un vero e proprio fiore all’occhiello della città. Vorrei che questa triste vicenda, che non ha scalfito affatto il prestigio dell’azienda, fosse dimenticata una volta per tutte. Di Mutti e della sua attività io posso solo che parlare bene», afferma Pancin, che sottolinea come i controlli da parte della Guardia di Finanza siano importantissimi, ma che le situazioni gravi siano ben altre.

L’AEPE

«Senza considerare che certi controlli avvengono proprio nel momento di maggior afflusso. Può succedere – continua Pancin – che quando c’è il pienone il cliente metta i soldi sul banco e vada via. E a quel punto come facciamo a dargli lo scontrino? Diventa molto difficile. Dovrebbe dunque esserci una comprensione in tal senso, anche da parte degli organi di vigilanza, cercando di capire che certe infrazioni non sono volontarie, ma dettate dal contesto. Violazioni occasionali dovute proprio ad un momento particolarmente frenetico, a livello lavorativo». E aggiunge: «Viene stabilita la chiusura per qualche giorno? Va bene. Ma una realtà come quella di “Nico” non deve essere additata come un evasore fiscale. Questo non lo posso accettare». Infine, un riferimento alla vicenda del kebabbaro di calle del Forno, che non chiuderà a titolo definitivo. La quarta sezione del Tar del Veneto ha infatti accolto il ricorso dell’azienda gestita da un bengalese. «Sono locali che non possono vendere alcolici – dice Pancin – la cui somministrazione spetta solo agli esercizi pubblici. Che avvenga il contrario è gravissimo. E queste cose vanno punite severamente».

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Il Gazzettino