Truffa delle bollette a prezzi stracciati. Energia green, sotto accusa l'azienda di Nicola Bevilacqua: «Raggirati più di 300 clienti»

Truffa delle bollette a prezzi stracciati. Energia green, sotto accusa l'azienda di Nicola Bevilacqua
TREVISO - La promessa, rimasta tale, prevedeva un risparmio notevole per le spese legate all'energia elettrica in casa. I contratti, stipulati con la società...

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TREVISO - La promessa, rimasta tale, prevedeva un risparmio notevole per le spese legate all'energia elettrica in casa. I contratti, stipulati con la società trevigiana "E+E" amministrata da Nicola Bevilacqua (che poi è di fatto sparita), erano in realtà fasulli. o almeno è quanto sostiene una platea di oltre 300 clienti che ha avviato una causa civile contro le finanziarie con cui la "E+E" aveva sostenuto gli investimenti dei privati per dei servizi che non hanno mai avuto o che sono cessati in corso d'opera. Già, perché l'azione civile parte proprio dal fatto che queste 300 famiglie si sono ritrovate a dover pagare sia le rate mensili alle finanziarie che le bollette dell'energia elettrica all'Enel, subentrata dopo la cessazione del servizio da parte della "E+E".

Il meccanismo per abbattere il costo dell'energia

Il meccanismo messo in atto dalla società di Bevilacqua è stato scritto nero su bianco sulla denuncia presentata, come class action, dall'avvocato palermitano Giuseppe Grammatico che rappresenta, appunto, i 300 truffati. La "E+E", attraverso una rete di vendita su appuntamento, aveva promosso una serie di strategie per riuscire ad abbattere il consumo di energia elettrica per uso domestico. Sia attraverso la fornitura di corrente derivante dall'eolico, sia con l'installazione di un congegno elettronico capace di controllare i consumi in ogni momento. Una volta firmato il contratto, ogni cliente si sarebbe visto ridurre in modo drastico il costo dell'energia in bolletta. I pagamenti potevano avvenire in un'unica soluzione oppure, attraverso le finanziarie, con una rateizzazione degli importi per un vincolo che aveva durata pluriennale. In molti, infatti, avevano scelto questa seconda opzione. E sono di fatto quelli che continuano a pagare sia le bollette per poter avere l'energia elettrica in casa sia le rate alle finanziarie, citate a giudizio. Il risparmio, che per i primi mesi c'è effettivamente stato, si è trasformato in realtà in un costo praticamente raddoppiato. Quando il servizio elettrico nazionale ha informato i clienti che sarebbero tornati al "vecchio" gestore, sono iniziate anche le telefonate alla "E+E", che però risultava non più attiva. E, secondo i clienti, il suo amministratore Bevilacqua sarebbe sparito con i soldi dei contratti regolarmente incassati dalla finanziarie per un buco complessivo di circa 1,5 milioni di euro. Nel processso civile che si è aperto nei giorni scorsi a Palermo, però, non è stato possibile chiamare in causa nè Bevilacqua né la "E+E": «Lui è irrintracciabile, e pare si sia trasferito a Dubai - afferma l'avvocato Grammatico - e la società è stata chiusa: quella derivata è invece in Olanda. Ogni comunicazione con entrambi, finora, è andata a vuoto».

Il rischio

L'azione collettiva promossa dall'avvocato Grammatico permette ai clienti, già gravati da spese superiori a quelle firmate nel contratto, di chiedere giustizia investendo soltanto poche centinaia di euro. Circostanza da non sottovalutare visto che alcuni degli interventi promossi dalla "E+E" permettevano di accedere ai bonus sul risparmio energetico perché gli impianti, utili ai fini dell'efficientamento energetico, erano detraibili. «In realtà non lo erano, e ora alcuni clienti rischiano anche di dover restituire quelle detrazioni». Non solo: chi non ha fatto fronte ai pagamenti con le finanziarie si è pure visto inserire nella black list delle banche come "cattivo pagatore": «Queste persone non sono più in grado di comprarsi nemmeno un mobile a rate».
 

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Il Gazzettino