MIRA - Ore di ansia per la giovane promessa del rugby Mira Henry Kazim, 19 anni, scomparso da casa nella notte tra lunedì e martedì. «Siamo molto preoccupati...
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Henry, nato da genitori nigeriani giunti in Italia più di vent'anni fa, vive da sempre a Mira con papà e mamma, il fratello maggiore William e la sorella minore. Lo scorso anno si è diplomato geometra all'8 Marzo e da ottobre frequenta la facoltà di Scienze politiche all'Università di Padova. Ragazzo buono e dai mille interessi, frequenta la parrocchia, gli scout e da qualche anno presta anche servizio di volontariato presso la Casa San Raffaele della Caritas a Mira. «Ogni volta che ascolto quei ragazzi penso a quanto sono stato fortunato a nascere qui e a quanto lo siano stati i miei a diventare italiani - raccontava Henry qualche mese fa ad un quotidiano.
LA SCOMPARSAForse è sorto uno screzio in famiglia, un diverbio con qualcuno: nella notte il giovane studente e atleta ha scritto agli amici, salutandoli e ringraziandoli. Un messaggio che molti non hanno capito o hanno sottovalutato: fino a quando ieri, in tarda mattinata, la famiglia e il Rugby Riviera hanno lanciato l'accorato appello. «Ci sono stati degli screzi riferisce il fratello maggiore come ce ne sono sempre in famiglia, ma nulla di grave o che non si possa risolvere con il dialogo. Poi verso l'una siamo andati a dormire, io e Henry dividiamo la stessa stanza. Alle 5 mi sono svegliato e non l'ho visto nel suo letto. Ci siamo preoccupati e ho provato a chiamarlo, ma il cellulare era già staccato».
LE RICERCHE«All'alba continua Williams - siamo corsi al campo di via Oberdan. Il rugby è la sua passione, è lì che passa la maggior parte del tempo dopo lo studio, pensavamo si fosse rifugiato lì. Invece niente. Allora abbiamo cercato di contattare il giro degli amici, i soliti, quelli di Mira e di Mirano perché a Padova ha iniziato a studiare da poco e non penso si sia già creato delle nuove amicizie». «Se qualcuno lo vede o lo sente lancia l'appello Williams dica ad Henry che torni, che gli vogliamo bene, che tutto si risolve». L'allontanamento del ragazzo è senza alcun dubbio volontario ma il messaggio di saluto inviato dal telefonino però lascia i familiari e gli amici in uno stato di profonda preoccupazione.
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Il Gazzettino