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UDINE - I loro cahiers de doléances, i rappresentanti sindacali, se li sono appesi al collo, ieri, 30 agosto, nella protesta-presidio promossa da Fp Cgil, Cisl Fp, Nursind e Fials, inscenata davanti alla sede legale di AsuFc in via Pozzuolo a Udine contro lo «stress del personale», chiedendo «un piano di assunzioni», un carico di lavoro meno gravoso, incentivi economici e misure di welfare per frenare la fuga dei dipendenti. Nel mirino anche le bolle Covid. Per il direttore Denis Caporale, però, si tratta di «tutte questioni regionali».
I CARTELLI
La Cgil, che ha sfilato con i cartelli-sandwich, chiede «assunzioni immediate». Al dipartimento Dipendenze «su 4 operatori al centralino ne rimane solo uno», scrive il sindacato nei suoi cartelli, e gli oss che ricevono i campioni biologici «sono in 2 da 4 mesi». Al punto tamponi della Fiera «il lavoro è aumentato e il personale è diminuito». In Provveditorato «mancano almeno 3 amministrativi». Nelle Medicine di Udine, con forte «carenza di oss e infermieri», l'introduzione dei protocolli per gestire i positivi in reparto «ha peggiorato la situazione». «Il protocollo non è applicabile perché manca personale, è poco chiaro e crea confusione». I dipendenti sono «costretti a fare turni su turni, saltano i riposi e ci sono continui richiami in servizio». «Con 2 infermieri la notte per 48 pazienti si rischia di perdere l'umanità», denuncia la Cgil. «In Medicina d'urgenza chiedono agli infermieri di fare dei turni per coprire il Pronto soccorso.
UNITÀ
Anche Giuseppe Pennino (Cisl Fp) ritiene «auspicabile ritrovare l'unità d'intenti di fronte a questa situazione. Sono problemi di tutti, non di parte». Sulle bolle «le segnalazioni che riceviamo - prosegue Pennino - è che non ci fosse una struttura organizzativa adatta a crearle. Con la carenza di personale, si traducono in un aggravio di procedure: i tempi di vestizione-svestizione aumentano il carico di lavoro. Servono azioni di premialità e incentivi per evitare che il personale se ne vada. Adesso anche se gli dai più soldi, per molti non valgono la qualità della vita: i turni di 12 ore, molti non vogliono farli». La Uil (ieri non coinvolta nel presidio) minaccia lo sciopero. «Se faremo agitazione o scioperi? Vediamo la risposta dell'azienda e in base a quello decideremo se fare ulteriori azioni di protesta. La nostra battaglia non si ferma qui. La situazione è drammatica. Non si può andare avanti con la chiusura di servizi per aprire reparti Covid come la Rsa di Palmanova», dice Afrim Caslli (Nursind Udine). «In pochi mesi si sono licenziati quasi 230 infermieri in AsuFc. Ne mancano quasi mille nel sistema sanitario. Chiediamo che i soldi del personale che manca, che si è licenziato o è andato in pensione e non è stato sostituito, non vengano utilizzati per fare cassa, ma per incentivare gli infermieri che mandano avanti il sistema».
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Il Gazzettino