Lo sciopero delle tasse: un'idea sempre di moda a Nordest

Lo sciopero delle tasse: un'idea sempre di moda a Nordest
La disubbidienza raccoglie il 65% dei consensi: in calo sul 2017 ma come 12 anni fa I più favorevoli gli elettori di Forza Italia (87%), i più freddi i liberi...

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La disubbidienza raccoglie il 65% dei consensi: in calo sul 2017 ma come 12 anni fa I più favorevoli gli elettori di Forza Italia (87%), i più freddi i liberi professionisti (43).


Si allontana (ma non troppo) l'idea dello sciopero fiscale: questo sembra essere, in estrema sintesi, l'elemento che emerge dall'Osservatorio sul Nordest di oggi. Secondo i dati analizzati da Demos per il Gazzettino, infatti, è il 65% dei rispondenti ad essere (molto o moltissimo) d'accordo con l'idea che oggi è necessario proclamare uno sciopero fiscale perché le tasse sono insopportabili, con un calo di circa 4 punti percentuali rispetto a due anni fa. L'attesa per l'imminente, almeno secondo le dichiarazioni del Governo, introduzione della flat tax, dunque, sembra raffreddare, ma certamente non assopire, la tentazione della protesta fiscale più estrema. L'insofferenza v erso una pressione tributaria giudicata insostenibile era e rimane, infatti, larga e diffusa tra i cittadini di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
L'ANDAMENTOGuardando alla serie storica, possiamo vedere come, dal 2007 ad oggi, il consenso verso questa forma di provocazione estrema si sia sempre mantenuta nettamente al di sopra della soglia della maggioranza assoluta. Dodici anni fa, era il 66% a pensare che fosse necessario uno sciopero fiscale. Nel 2011, mentre il Paese era impegnato a fare i conti con una crisi economica particolarmente dura e con delle riforme altrettanto dure per mettere in salvo i conti pubblici, il consenso scende al 57%, ma già l'anno successivo assistiamo ad una ripresa che porta l'adesione al 68%, dinamica che si è confermata, ulteriormente accentuata, nel 2013, quando si tocca il 73%. Tra il 2014 e il 2017 i valori si stabilizzano tra il 64 e il 69%, fino ad arrivare all'attuale 65%.
LE CATEGORIECome varia questa opinione nelle diverse categorie socio-economiche? La necessità di proclamare uno sciopero fiscale mette insieme operai (74%) e imprenditori (71%), oltre alle persone che sono attualmente in cerca di un'occupazione (75%) e coloro che hanno già concluso la loro vita lavorativa e sono in pensione (69%). Intorno alla media dell'area, poi, si collocano le casalinghe (62%), mentre al di sotto di questa soglia ritroviamo impiegati e funzionari (56%), studenti (52%) e liberi professionisti (43%).

Dal punto di vista politico, infine, sono in misura maggiore i sostenitori di Forza Italia a vedere nello sciopero fiscale una soluzione necessaria per protestare contro delle tasse insostenibili (87%), ma un consenso largo a questa idea proviene altresì da chi voterebbe per FdI (74%). Anche tra gli elettori degli attuali partiti al Governo l'idea di protestare contro le tasse attraverso uno sciopero appare popolare: tra quelli del M5s, questa ipotesi raggiunge il 68% e sale ancora tra i leghisti (73%). Gli elettori più perplessi, invece, sono quelli di +EU-Italia in Comune (44%) o coloro che guardano ai partiti minori (49%), mentre i sostenitori del Pd si dividono esattamente a metà (50%). Intorno alla media dell'area, invece, ritroviamo quanti si rifugiano nell'area grigia dell'incertezza e della reticenza (63%).
Natascia Porcellato Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino