Actv, la trattiva non decolla: il 13 dicembre lo sciopero di 24 ore

Piazzale Roma il 15 novembre, durante lo sciopero di tre ore
VENEZIA - Non è ancora dimenticato lo sciopero del settore trasporti veneziano del 15 novembre scorso, che il 13 dicembre ce ne sarà un altro. Questa volta...

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VENEZIA - Non è ancora dimenticato lo sciopero del settore trasporti veneziano del 15 novembre scorso, che il 13 dicembre ce ne sarà un altro. Questa volta però di 24 ore, quindi, magra consolazione, con i servizi minimi garantiti (tra le 6-9 e 16.30-19.30, oltre ai collegamenti minimi da e per le isole). Ad annunciarlo sono Cgil-Filt, Ugl-Aft e Usb-Lp, che per bocca dei loro rappresentanti continuano a sostenere un’insanabile mancanza di avvicinamento da parte dell’azienda e del Comune. I due enti sarebbero solo in grado di proporre - secondo i sindacati - tagli e misure da «lacrime e sangue». Proposte inconciliabili perché, sempre secondo le sigle, mancherebbero sul piatto programmazioni e strategie sul futuro di Actv. Ormai la vertenza continua da quasi un anno, periodo in cui le parti non sono state in grado di trovare una quadra e i cittadini sono costretti a fare i conti con un servizio innegabilmente ridotto, che secondo quanto affermato da amministrazione comunale e Actv, è dettato dal Covid. 


LA NOTA
Le organizzazioni sindacali ieri hanno diramato un comunicato in cui si legge: «Comunichiamo di avere esperito con esito negativo la prima e la seconda fase della procedura di raffreddamento…di aver proclamato una prima azione di sciopero in data 15 novembre 2021 e a tutt’oggi di non aver ottenuto risposta dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Assessorato Infrastrutture e Trasporti Regione Veneto, Città Metropolitana di Venezia, Comune di Venezia, Ente di Bacino, pertanto proclamiamo una ulteriore giornata di sciopero in Actv Spa per il giorno 13 dicembre 2021 di 24 ore». 
Valter Novembrini, della Cgil, accusa: «Dopo l’apertura della procedura di raffreddamento e lo sciopero di tre ore c’è stato l’assoluto disinteresse delle istituzioni tutte alla risoluzione dei problemi trasportistici di finanziamento di quantità e di qualità che poi si scarica sul lavoro e sulla qualità del lavoro. Lo abbiamo chiesto da gennaio, prima di mettere in discussione la contrattazione dei lavoratori era necessario risolvere il tavolo istituzionale, purtroppo questa volontà non c’è da parte di nessuno, così i lavoratori e gli utenti veneziani subiscono questo totale menefreghismo. Spiace che questa condizione ci costringa ad una ulteriore azione di sciopero con le gravi ricadute sui cittadini». Non le manda a dire Igor Cuzzolin, Ugl: «Nelle ultime riunioni non ho visto una volontà vera di dialogo, ma solamente di imporre ciò che fa più comodo all’azienda. Continuano a parlare di mancati ricavi, ma ad oggi non si sa veramente qual è il debito reale dell’azienda, sempre che ci sia. Cosa che inizio a dubitare. L’ultima richiesta da parte di Avm è la flessibilità tra settori e le aziende del gruppo. Cosa che vedo molto difficile da realizzare, ma che l’azienda sembra fortemente volere senza dirci quali siano questi vantaggi che a noi Ugl risultano oscuri». Infine Alberto Cancian, Usb-Lp, conclude: «Contesto fortemente il processo di ridimensionamento aziendale, il discorso legato alla flessibilità lo dimostra, il motivo per cui sciopererò è per arginare il progetto, iniziato, che porterà solo disagi a lavoratori e residenti». 


IL COMUNE


Piccata la risposta dell’assessore al Bilancio Michele Zuin: «Da quasi un anno si sta trattando, al momento c’è un calendario di 27 incontri programmato e concordato con i sindacati, il 5 novembre il sindaco li ha incontrati e successivamente l’11 il sottoscritto ha partecipato ad una seduta di trattativa. Ora arriva questa nuova dichiarazione di sciopero con motivazioni assurde. Come fanno a dire che non hanno risposte da parte di Comune e Città metropolitana? Cosa dobbiamo fare ancora? Probabilmente sono altre le motivazioni dello sciopero, che a questo punto consideriamo assurde e pretestuose con il solo scopo di creare disagio alla cittadinanza. Noi su questa cosa andremo in commissione di garanzia». 
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Il Gazzettino