Schiucaz, l'ultima esplosione distrugge la frana: ora tutti a casa

Schiucaz, l'ultima esplosione distrugge la frana: ora tutti a casa
ALPAGO - Alle 13 di ieri l’ultimo colpo alla frana di Schiucaz ha staccato quanto aveva resistito alla prima esplosione del 14 giugno. Circa mille metri cubi di materiale...

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ALPAGO - Alle 13 di ieri l’ultimo colpo alla frana di Schiucaz ha staccato quanto aveva resistito alla prima esplosione del 14 giugno. Circa mille metri cubi di materiale sono scesi a valle spinti da 11 cariche imbottite con 180 chili di esplosivo.

L’intervento di mister Dinamite, Danilo Coppe, si chiude qui. Ora potrà concentrasi sulla demolizione del ponte Morandi di Genova. Questo solo per dare un’idea delle professionalità che hanno gestito l’emergenza della piccola frazione sfollata il 12 maggio scorso, ovvero dal momento in cui 6mila metri cubi di terra si erano messi in moto mirando dritto alle case.
A questo punto non resta che preparare una festa, perché il via al rientro nelle abitazioni è stato fissato per mercoledì 10 luglio. I due imprenditore De Pizzol, invece, avranno il via libera per riprendere le loro attività, già martedì prossimo. «Per sicurezza - spiega Gianpaolo Bottacin, l’assessore regionale che ha tessuto la trama dell’intervento, agganciando rapidamente le sfere più alte della Protezione civile, così come fece per dare risonanza nazionale al disastro di Vaia - installeremo dei sensori e un allarme in modo da scongiurare anche il minimo pericolo».
Un record. All’inizio si parlava infatti di mesi, con la possibilità, concreta, che nel frattempo le case venissero travolte da un collasso improvviso della frana, rimasta in bilico per settimane. Non solo sono state scongiurate le peggiori ipotesi, ma la soluzione è ormai al rush finale dopo meno di due mesi.
«È andata molto bene - prosegue Bottacin -. Il versate che dà sull’abitato era stato messo in sicurezza già con la prima esplosione. Quella di ieri invece, ha agito su ciò restava sulla parte più arretrata rispetto all’abitato. Ora è possibile iniziare con lo sbancamento dall’alto per poi portare via tutto il materiale. Il 10 luglio si torna a casa e i due imprenditori già da martedì».
La tempestività con cui si è intervenuti nasce proprio dalla decisione della Regione Veneto di prendersi in carico l’intervento “sottraendolo” alla Provincia e affidandolo a Veneto Strade sotto la regina dell’amministratore delegato Silvano Vernizzi e del referente bellunese Michele Artusato. Questo per superare la burocrazia, agganciando l’opera al pacchetto di interventi post Vaia, accelerando i tempi.
Tra i residenti non è mancato qualche mugugno per la presunta “lentezza” dei lavori.

Bottacin sorride: «Beh, proviamo a pensare che in centro Italia c’è ancora gente in mezzo alle macerie a tre anni dal terremoto. Detto questo comprendo che anche un solo giorno fuori casa sembra infinito. Posso assicurare che l’operazione non è stata semplice, anche nel solo decidere come intervenire, perché le ipotesi erano diverse. Come Regione ci siamo fatti carico di tutto, anche di pagare l’affitto di chi ha dovuto trovarsi un altro alloggio o è andato in albergo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino